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AMBIENTE. BIGNAMI (FI): “REGIONE SENZA DOCUMENTAZIONE, ATERSIR FUORI CONTROLLO?”

Nonostante l’Ente eserciti potere di controllo sui servizi erogati, gli uffici regionali negano di essere in possesso degli atti richiesti, a norma di legge, dal consigliere

16/03/2017 

Per quali ragioni la Regione non fornisce la documentazione su alcune questioni riguardanti Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), mentre in passato non era mai stato opposto alcun ostacolo?

Lo chiede Galeazzo Bignami (Fi) in un’interrogazione alla Giunta regionale, a cui domanda anche quali siano le norme di legge che impediscono la trasmissione di questi atti e quale controllo si eserciti effettivamente su Atersir, se gli uffici regionali competenti affermano di non essere in possesso della documentazione relativa all’Agenzia, tanto da non poterla poi trasmettere in caso di richiesta.

Il consigliere ricorda che Atersir è stata istituita con la legge regionale 23/2011 e che risulta “innegabile la valenza pubblica dell’Agenzia così come i servizi svolti, assicurati con risorse pubbliche” ed è la stessa norma, in vari articoli, – spiega – che stabilisce i compiti indispensabili svolti dalla Regione, tra cui il potere di controllo sui servizi erogati e quello sanzionatorio.

Appare dunque singolare – scrive – che la direzione regionale competente abbia risposto di non essere in possesso della documentazione richiesta, poiché se anche fosse stato così in quel frangente, gli uffici avrebbero poi avuto la piena facoltà di acquisire gli atti direttamente da Atersir e trasmetterli al richiedente.

Bignami vuol quindi sapere se non si ritenga che gli atti in possesso di Atersir, relativi al servizio idrico e ai rifiuti e a eventuali contenziosi, nonché la documentazione trasmessa dai gestori, siano da considerarsi atti di rilevanza pubblica e di pertinenza regionale e quindi da fornire ai consiglieri regionali a norma di legge, qualora ne facciano richiesta. Di qui, l’invito alla Giunta di un intervento urgente in tal senso.

 
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SANITÀ BOLOGNA. BLQ CHECKPOINT, BIGNAMI (FI): CONTENUTI WEB INADEGUATI, GIUNTA VALUTI RITIRO FINANZIAMENTI

Contenuti, evidenzia il consigliere in un’interrogazione, “che non sembrano avere quelle finalità istituzionali che tale progetto dovrebbe perseguire”

“Blq checkpoint, progetto nato per promuovere la cultura della prevenzione dell’Aids e per implementare l’offerta del test per l’Hiv, attraverso l’utilizzo di test rapidi a prelievo capillare, in particolare per persone ad alto rischio, nella proprio spazio web (riportante i loghi del Comune di Bologna, della Regione e dell’Ausl quali enti a supporto del progetto), oltre alle iniziative di rilievo, presenta informazioni su come fare sesso sotto effetto di droghe, su come fare sesso di gruppo occasionale evitando il contagio, su come evitare il mix tra droghe e antiretrovirali, il tutto accompagnato da foto sessualmente esplicite e con un link che riconduce a una chat per gay”. È Galeazzo Bignami (Fi), in un’interrogazione, a portare all’attenzione della Giunta “le criticità relative ai contenuti del sito web del progetto Blq checkpoint”.

Contenuti, evidenzia il consigliere, “privi delle finalità istituzionali che tale progetto dovrebbe perseguire”, tanto che “appare difficoltoso comprendere per quali ragioni tali iniziative debbano essere finanziate con soldi pubblici”.

Il progetto infatti, sottolinea il capogruppo di Forza Italia, “gode di diversi finanziamenti pubblici a favore dell’associazione che lo gestisce: nel 2013, ad esempio, è stata concessa all’Ausl di Bologna la somma di 58.000 euro da parte della Regione quale contributo per la realizzazione del progetto Blq checkpoint, finanziamenti confermati anche per l’anno 2014, con 46.000 euro, e per l’anno 2015, con 45.000 euro”.

Bignami chiede quindi all’esecutivo regionale di “valutare il ritiro dei finanziamenti pubblici al progetto” e di “prevedere la rimozione dei contenuti sessualmente espliciti e di dubbia utilità presenti sul sito web”.

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MIGRANTI. BIGNAMI (FI): LA GIUNTA SOLLECITI IL RIMPATRIO DI CHI NON OTTIENE ALCUNO STATUS DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE

“La Regione Emilia-Romagna solleciti il Governo a rimpatriare coloro che non ottengono né lo status di rifugiato, né la protezione sussidiaria e umanitaria”.

E’ una delle richieste rivolte da Galeazzo Bignami (Fi) alla Giunta in un’interrogazione dove torna a evidenziare le “criticità legate all’insostenibilità sociale e economica dell’accoglienza di presunti profughi imposta alle nostre comunità locali”.

Il consigliere riferisce che, secondo i dati della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema dell’accoglienza, il 57% dei migranti che fanno richiesta di asilo non ottiene alcuno status di protezione internazionale (al 28 ottobre 2016 erano 43.898 persone a non aver avuto riconoscimenti), mentre solo il 5% effettivamente ottiene lo status di rifugiato politico (alla stessa data, 3.952 persone)”.

Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, Bignami segnala che, sempre “al 28 ottobre 2016, secondo la Commissione territoriale di Bologna, i richiedenti asilo erano 5.433, il totale dei casi ancora pendenti 6.129; mentre per la Commissione territoriale di Bologna/Forlì, i richiedenti asilo risultavano 2.320 e i casi pendenti 1.385”.

Dal primo gennaio al 28 ottobre 2016, inoltre, – scrive – la Commissione territoriale di Bologna ha esaminato 2.830 casi, di cui 130 (5%) con esito di riconoscimento dello status di rifugiato e 1175 (42%) senza riconoscimento alcuno, mentre la Commissione territoriale di Bologna/Forlì, nello stesso periodo, ha esaminato 2.317 casi di cui 106 (5%) con esito di riconoscimento dello status di rifugiato e 1148 (50%) senza riconoscimento.

“È innegabile – commenta l’esponente di Fi – che la maggior parte delle persone che sbarca sulle nostre coste non ottiene alcun tipo di protezione internazionale, quindi un’applicazione efficace delle politiche di rimpatrio e un monitoraggio costante della loro effettiva attuazione rappresentano uno dei rimedi per arginare l’arrivo incontrollato di presunti profughi”.

Da queste constatazioni, una serie di domande: quale sia l’iter seguito quando i migranti non ottengono alcun riconoscimento di protezione internazionale, anche dopo aver esperito tutte le alternative possibili in fatto di ricorsi, e se, in questo caso, siano allontanati dalle strutture di accoglienza o, al contrario, ne rimangano ospiti e, in entrambi i casi, in quali numeri. Il consigliere chiede quindi quale sia il percorso seguito per i pochi migranti che effettivamente ottengono lo status di rifugiato e quanti siano i migranti ospiti di strutture in Emilia-Romagna che, dal 2014 a oggi, non hanno ottenuto il riconoscimento di protezione internazionale, hanno fatto ricorso e sono ancora in attesa di pronuncia definitiva.

Bignami vuole inoltre conoscere quanti migranti, accolti in strutture del territorio regionale, abbiano esperito, dal 2014 a oggi, tutte le vie legali consentite (ricorsi) senza aver ottenuto lo status di protezione internazionale e quanti siano stati i rimpatri eseguiti dal territorio emiliano-romagnolo sempre dal 2014.

Il consigliere, infine, sollecita la Giunta a richiedere i dati alle Prefetture, nel caso in cui non ne disponga, in modo da avere un quadro dettagliato della situazione.

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UN MEDICO AL PRONTO SOCCORSO INSIEME ALL’INFERMIERE FLUSSISTA.

BIGNAMI: “SI INTRODUCA ANCHE A IMOLA LA SPERIMENTAZIONE AVVIATA AL SANT’ORSOLA”.

Avviare anche al Pronto Soccorso di Imola (e in generale nei PS che presentino criticità legate ai lunghi tempi di attesa) la sperimentazione avviata al PS del Sant’Orsola che consiste in un potenziamento del servizio introducendo la figura di un medico accanto all’infermiere flussista. E’ quanto ha chiesto il presidente del gruppo FI in Regione Galeazzo Bignami in una interrogazione rivolta alla Giunta.  “Tale potenziamento avviato al Sant’Orsola – scrive Bignami nel documento – avrebbe anche la caratteristica della flessibilità in quanto il medico non sarebbe fisso al PS ma potrebbe anche prestare assistenza ai colleghi degli ambulatori a seconda delle necessità”.

Una scelta – scrive ancora Bignami – “che ha trovato il parere favorevole anche dell’Ordine dei Medici” che ha auspicato che il medico presente al PS sia individuato in una figura con l’esperienza necessaria per rilevare anche i sintomi “sfumati” che potenzialmente possono partire da un codice bianco e trasformarsi in codice rosso.  Un potenziamento – tiene a specificare il capogruppo azzurro – che “andrebbe valutato e ponderato e ciò senza alcun intento di voler sottrarre competenze e responsabilità all’importantissima figura dell’infermiere, ma proprio per tutelare le rispettive professionalità e non esporre gli infermieri a potenziali rischi circa l’esercizio della professione, considerato che lavorano in un settore altamente delicato nel quale le sfumature di competenze possono sovrapporsi e confondersi, nonché a tutela degli stessi utenti di strutture strategiche come i Pronto Soccorso”. Considerato quindi che anche in altri PS dell’area bolognese (tra cui quello di Imola) si sono verificati episodi legati ad attese anche di diverse ore, Bignami chiede alla Giunta di “valutare la medesima sperimentazione anche in altri Pronto Soccorso e avviare un tavolo di confronto, anche con le organizzazioni sindacali, per aprire un dibattito che possa, in tempi rapidi, condurre a decisioni condivise rispetto alla presenza di un medico in affiancamento all’infermiere flussista o comunque agli infermieri presenti nei triage”. 

Ufficio stampa - Galeazzo Bignami

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CENTRODESTRA AL 30 PER CENTO

È incredibile che i sondaggi diano il PD al 32%, il Movimento 5stelle al 31% e il Centro Destra al 30%: è incredibile che, nonostante tutto quello che è accaduto, il Centro Destra ancora riesca a “giocarsela” con gli altri schieramenti per vincere le elezioni politiche.

Il fatto che siamo al 30% senza un leader politico, senza una coalizione stabile e un programma condiviso dimostra come esista larga parte dell’elettorato che, come diceva Nicola Matteucci, “guarda a destra”, perché a destra trova un riconoscimento dei propri Valori a prescindere dall’offerta politica dispiegata dagli altri partiti. E tutto ciò a dispetto del colpo di Stato di Napolitano e della conseguente decadenza di Berlusconi , a dispetto degli errori compiuti in questi anni che pure è doveroso riconoscere.

Certo, due anni fa Renzi riuscì a intercettare molto di quell’area, promettendo cose che afferivano a un programma che lui per primo ha disatteso: liberalizzazione, semplificazione burocratica , snellimento delle procedure, incentivi alle imprese.

Tutte cose che anche il centrodestra prometteva ma delle quali Renzi si era appropriato, riuscendo scaltramente a farsi interprete di quei “sogni” e facendo credere di essere capace di tradurli in fatti concreti. I sondaggi più volte hanno sbagliato e quindi diventa difficile immaginare che si possa fare affidamento su di essi ma, se proprio vogliamo dirla tutta, quando i sondaggi sbagliano solitamente penalizzano il centrodestra.

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SPETTACOLO GENDER PER LE SCUOLE, BIGNAMI (FI): PRONTI A MANIFESTARE

Nei prossimi giorni saremo sul territorio, per esercitare legittimamente il nostro diritto a dire NO a spettacoli che nulla hanno a che fare con il piano dell'offerta formativa ma rappresentano solo il tentativo di inculcare nei più piccoli una ideologia che vorrebbe completamente negata l'identità sessuale, maschile e femminile.
Ci attiveremo con gli strumenti più opportuni, dai banchetti alla raccolta firme. Se alla fine si deciderà per la messa in scena dello spettacolo, il prossimo 30 gennaio, al teatro comunale di Castello d'Argile, chi di competenza se ne assumerà le responsabilità, anche a fronte delle numerose polemiche che ne sono scaturite.

Ma è altrettanto importante evidenziare che Forza Italia non è in alcun modo complice di ideologie che definiamo perverse e senza utilità alcuna e per questo, democraticamente e pacificamente, saremo sul posto per manifestare il nostro dissenso. Riteniamo inoltre importante dire la nostra anche sulla necessità di una riflessione su quanto sta accadendo nelle scuole rispetto al "gender", perché nonostante le stesse circolari ministeriali chiariscano che tali tematiche non debbano rientrare nell'offerta formativa, alla fine, con escamotage vari, si tenta di far passare messaggi distorti, e per di più servendosi del teatro o del gioco al fine di insinuarli nelle menti dei giovani alunni.

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SCUOLA. BIGNAMI. "NO A SPETTACOLI SUL GENDER NELLE SCUOLE"

Il consigliere vuole sapere se la rappresentazione teatrale abbia ottenuto patrocini da enti pubblici e se ci sia stata condivisione rispetto ai temi trattati

La rappresentazione teatrale per le scuole, destinata a bambini e ragazzi dagli 8 ai 16 anni, intitolata ‘Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro’, che racconta “di Alex, un ‘gender creative child’, un bambino-bambina, che non vuole essere identificato né come maschio né come femmina”, in programma il 30 e il 31 gennaio 2017, rispettivamente al teatro Rasi di Ravenna e al teatro comunale di Castello d’Argile (Bologna), è al centro di un’interrogazione di Galeazzo Bignami (Fi), che chiede alla Giunta se condivida le perplessità sui contenuti dello spettacolo.

Ancora una volta – scrive il consigliere – dobbiamo constatare che il “gender” trova spazio nell’ambito scolastico, attraverso attività extracurriculari, per “giustificare un’idea della sessualità intesa come qualcosa di variabile e di non definito: la necessità di superare le discriminazioni e gli stereotipi sembra confondersi in modo equivoco – sottolinea – con il tentativo di mettere in discussione tutta l’identità sessuale, maschile e femminile, arrivando a promuovere il sesso ‘neutro’”.

Bignami cita, a questo proposito, due circolari ministeriali, la prima (4321/2015) ribadisce l’importanza della condivisione con le famiglie del Piano dell’offerta formativa, chiarisce inoltre che “ai fini della predisposizione del Piano il dirigente scolastico deve promuovere i necessari rapporti con tutti gli stakeholder e tenere conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti” e sancisce, infine, che le scuole devono “assumere le iniziative utili per assicurare da parte delle famiglie una conoscenza effettiva e dettagliata” del Piano. La seconda circolare (1972/2015), “proprio in riferimento alla teoria del gender, chiarisce che ‘tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né ideologie gender né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo’”.

Il consigliere vuole quindi sapere se lo spettacolo abbia ottenuto qualche forma di patrocinio, oneroso o no, da enti comunali e/o da altri enti pubblici, in caso affermativo, quali siano gli importi di eventuali contributi pubblici, se i Consigli di Istituto delle due scuole siano stati preventivamente informati sui contenuti dello spettacolo, se ci sia stata condivisione in merito alle tematiche trattate e se ai genitori degli alunni sia stato consentito di informarsi preventivamente in modo da autorizzare consapevolmente i propri figli a partecipare o meno all’iniziativa.

Altre richieste: se vi siano state rimostranze da parte delle famiglie sui contenuti della rappresentazione e se non si ritenga doveroso che attività di questo tipo, “che coinvolgono temi tanto delicati legati a valori educativi precisi, debbano essere necessariamente sottoposte al vaglio dei genitori, ai quali compete prioritariamente la responsabilità educativa dei figli”.

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SANITÀ. BIGNAMI (FI): FARE CHIAREZZA SU COMPETENZE DEL TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA/ FOTO

Il consigliere chiede alla Giunta di “definire limiti di autonomia dei ruoli nonché di collaborazione” tra questa figura e quella dell’infermiere

18/01/2017 

Il consigliere Galeazzo Bignami (Forza Italia) interroga la Giunta regionale in merito al “corso teorico-pratico di venipuntura–reperimento accessi venosi periferici in diagnostica per immagini e radioterapia”, organizzato dal Collegio professionale Tecnici sanitari di radiologia medica (Tsrm) della provincia di Bologna in collaborazione con la Federazione nazionale collegi professionali tecnici sanitari di radiologia medica, che si terrà presso l’ospedale Bellaria di Bologna il 17 e 18 febbraio prossimo.

L’atto ispettivo muove dal dibattito in corso in ambito medico sulle competenze del Tecnico sanitario di radiologia medica in relazione alla somministrazione di metodo di contrasto (Mdc) e radiofarmaci. Da un lato, infatti– riporta il capogruppo–, la Federazione nazionale dei Tsrm è favorevole a un allargamento di competenze, basando la propria posizione in particolare sul contenuto di un decreto ministeriale del 1994 che individua nel Tsrm “l’operatore abilitato a svolgere tutti gli interventi che richiedono l’uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti e a programmare e gestire l’erogazione di prestazioni polivalenti”. In aggiunta, la Federazione nazionale evidenzia come molti atenei, nell’offerta didattica, prevedano “insegnamenti di farmacologia, preparazione di Mdc e tecniche di iniezione intramuscolo, endovena, fleboclisi e cateterismi”. Dall’altro lato– ricorda il consigliere–, le rappresentanze della categoria degli infermieri, sulla base delle norme vigenti che regolano le professioni sanitarie e infermieristiche, ribadiscono che, pur essendo le conoscenze summenzionate coerenti con la figura del Tsrm, le competenze di questa figura professionale non dovrebbero sconfinare, a livello pratico, nell’ambito specifico di attività dell’infermiere.

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MIGRANTI BOLOGNA. BIGNAMI PROTESTA PER “PRESIDIO NON AUTORIZZATO CENTRI SOCIALI E PRESUNTI PROFUGHI NEL POSTO NEGATO A MANIFESTAZIONE FI”

Il consigliere presenta un’interrogazione e una risoluzione per porre un freno all’arrivo incontrollato dei migranti e dove chiede l’allontanamento di quei “presunti profughi” che, “in palese violazione delle leggi, hanno impedito una manifestazione autorizzata”

16/01/2017 

Forza Italia, come “larga parte della cittadinanza”, ha ritenuto “del tutto inaccettabile” il trasferimento a Bologna, nell’Hub di via Mattei, di “oltre cento dei profughi autori della rivolta nel centro di accoglienza di Cona (Venezia)”, predisposto nei primi giorni di gennaio dal ministro dell’Interno, Marco Minniti. Di qui, la decisione di “organizzare lo scorso 7 gennaio, alle 11, un presidio di fronte all’entrata dell’Hub per protestare contro l’attuale gestione dei migranti, dandone regolare comunicazione alla Questura di Bologna”.

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SIT-IN DI FORZA ITALIA ALL’HUB DI VIA MATTEI. “RISPEDITE A CASA I 100 DI CONA”

fonte: DIRE

BOLOGNA – Una “civile manifestazione di protesta per chiarire che non vogliamo essere complici di politiche scellerate” e per chiedere che i 100 migranti arrivati tra ieri e stamattina da Cona siano “rispediti a casa loro assieme a tutti gli altri”. Con queste parole d’ordine, Forza Italia, assieme all’associazione “centrodestra per Bologna”, organizza per sabato (dalle 11) un presidio davanti all’hub di smistamento dei migranti che si trova in via Mattei a Bologna. “E’ inaccettabile che da Cona in 100 siano mandati qui: per Bologna- scandisce il capogruppo forzista in Regione, Galeazzo Bignami, parlando alla ‘Dire’- e’ uno sfregio inammissibile che va oltre ogni logica di accoglienza”. Bignami  ricorda peraltro che all’hub di via Mattei la capienza e’ per 275 ospiti, ma ce ne sono “sempre piu’ di 500. E allora che si fa: da un centro al collasso si spostano persone ad un altro centro per farlo collassare?”. Sabato, promette Bignami, “non faremo barricate o gesti che che ci metterebbero dalla parte del torto, ma diremo con chiarezza che non vogliamo essere complici di questa situazione”, ripete Bignami segnalando che l’iniziativa e’ “aperta a tutti”. C’era chi voleva farla sotto la Prefettura, “ma la responsabilita’ e’ politica, non dalla Prefettura a cui va dato atto di aver gestito nel modo piu’ decoroso questa fase; le colpe sono di chi ha gestito l’immigrazione fino a ieri, Alfano e Renzi, per cui auspichiamo che il nuovo Governo inverta la rotta e la riapertura dei Cie ci fa ben sperare”. A patto che non significhi riaprire il Centro di identificazione ed espulsione a Bologna, avvisa il capigruppo Fi: sarebbe troppo.

I Cie servono a favorire i rimpatri e per Bignami e’ proprio quello che serve ora: “Va bloccato un afflusso incontrollato di clandestini. Il 95% dei richiedenti asilo non ha titolo per avere questo status e invece- evidenzia Bignami– dai barconi arrivano i terroristi. Quando dicevamo che un’accoglienza fatta cosi’ avrebbe creato problemi, ci rispondevano che era tutto falso, ma ora, e su tutti i fronti, si dimostra che avevamo ragione. Per di piu’, con il caso dello spostamento dei migranti di Cona, si da’ un segnale devastante: si premiano violenza ed arroganza”. Bignami ricorda che in due anni sull’hub di via Mattei sono transitate 20.000 persone, tutte “libere di girare” e alcune “protagoniste di episodi di violenza… e noi che facciamo? Ci portiamo in casa pure quelli di Cona senza neanche un provvedimento restrittivo. E’ una follia: stan facendo di Bologna, che gia’ subisce la pressione degli arrivi per via del suo aeroporto, uno sfogatoio dei problemi dell’immigrazione. Ecco perche’ dico che la citta’ non puo’ reggere l’hub e un nuovo Cie assieme”. E ora, conclude, “confido che nessuno ci impedisca, con prestestuose ragioni burocratiche di manifestare sabato”

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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