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Requisizione di un immobile a Ozzano per accogliere profughi. "La giunta riferisca in Aula"

“Preoccupante l’episodio relativo alla requisizione di un immobile privato a Ozzano per ospitare sedicenti profughi, che segna decisamente una sorta di “spartiacque” nelle modalità di questa finta accoglienza che da anni contestiamo. Adesso la vicepresidente venga a riferire in aula su cosa sta realmente accadendo in Regione”.

Così il presidente del Gruppo FI in Assemblea Legislativa, Galeazzo Bignami, punta il dito sul “caso” Ozzano. “Ci sembra di capire, dalle dichiarazioni odierne, che la vicepresidente regionale sappia più di quanto immaginiamo – prosegue il consigliere -. Alle nostre interrogazioni spesso viene risposto che la competenza è in capo alle Prefetture e si tende a glissare, poi invece la Gualmini comunica alla stampa di essere a conoscenza del fatto che si stava ‘lavorando’ su Ozzano per individuare immobili preposti all’accoglienza e che ci sono Comuni già pesantemente provati. Anche in questi casi, alle nostre interrogazioni relative a comunità, anche molto piccole, costrette ad accogliere senza nessun tipo di informazione preventiva, ci viene detto sempre che è tutto a posto e che c'è massima condivisione con i territori. Oltre che comunicare con i giornali, sarebbe pertanto opportuno che venisse a riferire in aula. E proprio a tale scopo presenteremo una interrogazione a risposta immediata”.

“Non solo l’emergenza non è terminata ma anzi la situazione è addirittura peggiorata: senza voler fare allarmismi, siamo preoccupati dal fatto che la requisizione a Ozzano potrebbe aprire la strada ad altri provvedimenti di questo tipo. E ciò in quei Comuni della Città Metropolitana ai quali era stato assicurato che, con l’adesione alla rete SPRAR, ci si sarebbe messi in qualche modo “al riparo” da interventi emergenziali”, afferma Bignami.

“E’ evidente ormai che non è così e che non si sta nemmeno tentando di arginare l’emergenza. Che cosa accadrà quando tutti i Comuni avranno raggiunto la quota di accoglienza? E perché, se effettivamente ci sono Comuni soprasoglia già provati, si continuano a inviare nuovi profughi nei comuni sottosoglia invece, per esempio, di redistribuire quelli che già ci sono? Perché è chiaro che la famosa “sottosoglia” è solo una scusa, perché quando i Comuni avranno esaurito la quota, qualcuno all’ANCI negozierà con il Ministero una nuova quota (da 2,5 ogni mille abitanti sarebbe già passata a 3) e allora i Comuni saranno messi nuovamente in condizione di assorbire altri presunti profughi. Presunti, lo ribadiamo, perché quelli che ricevono lo status di rifugiato sono appena il 5%”.

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Bologna. Bignami (Fi): degrado e problemi di sicurezza in stazioni ferroviarie, la Giunta si attivi

“Le sigle sindacali che rappresentano gli operatori delle ferrovie hanno chiesto un incontro urgente con l’assessore regionale ai Trasporti”

 

“Quali azioni intende mettere in campo la Giunta, a tutela di lavoratori e utenti, per risolvere le problematiche relative alla stazione centrale di Bologna e alle stazioni decentrate?”. A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, è Galeazzo Bignami (Fi).

Le sigle sindacali che rappresentano gli operatori delle ferrovie, spiega il consigliere, descrivono “una situazione di scarsa sicurezza unita a degrado”. Utenti e lavoratori, sottolinea, “sarebbero spesso vittime di condotte violente e di reati predatori”. Il politico bolognese, a titolo di esempio, descrive poi la situazione al binario est della stazione centrale: “Si accampano ogni notte una trentina di persone che utilizzano gli spazi anche come bagno a cielo aperto”. Per tutte queste ragioni, evidenzia l’azzurro, “le stesse rappresentanze sindacali hanno chiesto un incontro urgente con l’assessore regionale ai Trasporti”.

Nelle piccole stazioni decentrate, rincara il capogruppo di Forza Italia, “le problematiche riguarderebbero anche l’isolamento dei viaggiatori e degli operatori, oltre a criticità in termini di presidi”. Problema, prosegue, che andrebbe affrontato “coinvolgendo gli enti preposti e le amministrazioni locali, al fine di elaborare un progetto complessivo di messa in sicurezza di queste aree e implementarne il presidio”.

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Contrasto al radicalismo religioso, Forza Italia presenta progetto di legge

“Una proposta di legge di buon senso che vada al di là delle ideologie e dica con chiarezza che professare in Italia la propria religione è sì un diritto ma da esercitarsi nel rispetto dei valori della nostra Repubblica”. Così Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi del gruppo Forza Italia Regione Emilia-Romagna annunciano il progetto di legge “Norme per la promozione della libertà di culto” depositato ieri presso gli uffici competenti.

“Il diritto a professare la propria fede nella nostra società democratica deve compiersi nel rispetto della laicità dello Stato – proseguono i consiglieri -. Un diritto da intendersi in senso ampio anche come diritto a scegliere liberamente e senza imposizione il proprio credo che deve attenere alla sfera spirituale della persona e della collettività, contrastando i fenomeni di radicalismo, fanatismo e fondamentalismo religioso”.

Per questo il progetto di legge mira a promuovere principi universali molti dei quali già sanciti, a livello nazionale, dalle Intese stabilite da numerose confessioni religiose con lo Stato Italiano e, di recente, anche dal “Patto per un Islam Italiano” sottoscritto tra lo Stato e alcune rappresentanze delle comunità musulmane. Tra gli impegni chiesti alla Regione infatti figura quello di “contrastare i fenomeni di imposizione del credo e dei riti e delle pratiche ad esso connessi”, di “scoraggiare l’apertura di luoghi di culto abusivi”, “promuovere l’autodeterminazione delle donne e la parità di genere attraverso la rimozione di condizionamenti di carattere religioso” ma anche quello di “favorire la conoscenza del fenomeno religioso e della storia delle religioni nelle scuole superiori e nelle Università”.

Tra le novità introdotte dal progetto di legge il censimento dei luoghi di culto o delle sale adibite ad attività religiose ad opera dei Comuni o delle Unioni comunali “a fini di studio, di ricerca, di statistica e di elaborazione di progetti e politiche di integrazione” e la certificazione che il Comune deve rilasciare sul rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza dei locali adibiti a tali attività. In particolare, si inserisce anche l’obbligo del Comune di certificare la capienza massima consentita dei locali adibiti alla preghiera “calcolata anche in relazione alla disponibilità di spazi da adibire a parcheggio, alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria e alle strade di collegamento presenti nell’area interessata”. In più, vengono previste anche forme incentivanti per progetti legati al censimento e alla mappatura dei luoghi di culto.

“Con questa proposta intendiamo sottoporre a norme chiare e trasparenti le tante situazioni non conformi che ancora esistono sul nostro territorio. Ci auguriamo che la Regione voglia aprire una riflessione in tal senso e che non si sottragga al confronto bocciando il progetto senza discussione”, concludono Bignami e Aimi.

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San Donato, partono le ronde

da: Il Resto del Carlino 21 maggio 2017

Sono partiti alle 21,30, luogo di ritrovo il Dragon pub di via della Repubblica. Una decina, in testa i consiglieri di Forza Italia Galeazzo Bignami, Francesco Sassne e Giulio Favalini (del quartiere San Donato). Divisi in due gruppi, hanno monitorato, per tutta la sera, le zone ‘calde’ del quartiere, in particolare piazza Spadolini e via Galeotti. Una ‘ronda’ contro lo spaccio e la delinquenza, organizzata alla luce degli ultimi fatti di cronaca avvenuti proprio in via San Donato. Ultimo, la rapina in casa di una quarantottenne, avvenuta la sera di giovedì che, solo per pura fortuna, non è sfociata anche in una violenza sessuale. Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione Navile e della compagnia Bologna Centro.

La vittima, minacciata con una siringa da due uomini, è stata spogliata e graffiata, prima di essere derubata di 500 euro e di un anello. Sotto choc, la donna non è riuscita, a caldo, a descrivere i suoi aggressori ai militari dell’Arma. Che indagano a 360 gradi, anche se tra le ipotesi non si esclude che le persone che hanno agito possano essere le stesse che gravitano nella zona. 

Una circostanza che dovrà essere accertata alla luce della testimonianza della stessa quarantottenne, che nelle prossime ore dovrà essere di nuovo sentita dagli inquirenti. La Procura, inoltre, ha intenzione di acquisire da Acer eventuali fotografie e segnalazioni attestanti il degrado nei palazzi della zona. La stessa vittima, nei mesi passati, aveva chiesto all’Azienda per la casa dell’Emilia-Romagna un altro alloggio, preoccupata per la presenza, nel condominio, di delinquenti e spacciatori.

«Prima il pestaggio in piazza Spadolini, ora questa bruttissima storia di violenza: la situazione, in determinate aree di San Donato, è più che preoccupante – commenta il consigliere regionale Galeazzo Bignami –. Per questo abbiamo deciso di fare la nostra piccola parte, con questepasseggiate di controllo del territorio che intendiamo far diventare un appuntamento fisso: è necessario evitare che San Donato si trasformi in una nuova Bolognina, dove situazioni di spaccio, delinquenza e degrado si sono ormai cristallizzate. Oggi, questo quartiere sembra la Bolognina di 12 anni fa: occorre interrompere, prima che sia troppo tardi, questo processo, collaborando al fianco delle forze dell’ordine».

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Bignami (Fi): no a iniziative riconducibili alla ‘teoria gender’ nelle scuole

Il consigliere critica il laboratorio di lettura del libro “Stella babbo e papà”, libro sul tema della diversità, promosso nella scuola primaria ‘Bottego’ di Bologna

 

La Regione dica se l’inserimento del laboratorio di lettura del libro “Stella babbo e papà” – libro sul tema della diversità che racconta la vicenda di una bambina in difficoltà nel giorno della Festa della Mamma perché non ha una mamma ma due papà – nel programma della festa di fine anno della scuola primaria ‘Bottego’ di Bologna sia stato concordato e approvato dal dirigente scolastico, unitamente a tutti gli organi collegiali e al comitato genitori della scuola, e se le famiglie degli alunni siano state preventivamente informate e ne sia stato acquisito il parere favorevole. Lo chiede in un’interrogazione Galeazzo Bignami (Fi), che giudica l’argomento trattato nel libro di difficile comprensione per bambini così piccoli (6-11 anni) e critica l’iniziativa come una forzatura dei principi costituzionali e delle direttive ministeriali nonché un’ingerenza nel processo educativo dei bambini sul tema della sessualità, in primo luogo in capo alle famiglie.

Il laboratorio di lettura del libro di Miriam B. Schiffer “Stella babbo e papà” – ricorda il consigliere – fa parte della rassegna “Tante storie, tutte bellissime”, un progetto per trattare temi relativi alle “diversità”, fra i cui promotori compaiono l’associazione Arcigay “il Cassero”, l’associazione “Famiglie Arcobaleno” e l’associazione “Frame”, che ha lo scopo di fare incontrare e conoscere reciprocamente bambini, bambine e genitori, creando un’opportunità di socializzazione per diverse tipologie di famiglie. Secondo il capogruppo di Fi, però, il progetto, partendo dallo svilimento del concetto di famiglia, intesa come la naturale unione di un uomo e di una donna al fine della trasmissione della vita, mira “ad affermare un nuovo modello di famiglia basato sostanzialmente sul mancato riconoscimento dell’innata differenza fra uomo e donna e che può ricondursi, ampliando il concetto, alla ‘teoria delgender’”. Dunque – critica Bignami – si tratta di un progetto in antitesi con la Costituzione italiana – che all’art. 29 sancisce “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” – e con la circolare ministeriale 1972 del 2015 che, in merito alle attività anche extracurriculari delle scuole di ogni ordine e grado, chiarisce come “fra i diritti e i doveri e fra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né ideologie gender né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo”.

Da qui l’iniziativa del consigliere forzista, che chiede alla Giunta regionale anche “se non ritenga di dover intervenire affinché iniziative come la rassegna ‘Tante storie, tutte bellissime’, sostenute tra gli altri soggetti dal Comune di Bologna, non vengano più promosse all’interno di istituzioni scolastiche”.

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Ambiente, Bignami: "bonificare area parco Monte Sole da amianto"

Il consigliere chiede provvedimenti urgenti, qualora non siano già stati effettuati interventi, per la rimozione dall’area protetta dei pacchi contenenti il “pericoloso materiale”

 
 

Segnalata sulla pagina facebook “Voltiamo pagina lista civica per Grizzana” la presenza di pacchi contenenti amianto abbandonati all’interno del Parco di Monte Sole, un’area protetta dell’Appennino bolognese.

Ne dà notizia Galeazzo Bignami (Fi) in un’interrogazione, dove evidenzia che la presenza di amianto, secondo la segnalazione, “era già stata denunciata alle autorità competenti da più di due mesi, con l’aggravante che il materiale rinvenuto era privo di imballo e disseminato fra la vegetazione creando una situazione di pericolosità per la salute dei frequentatori e per la tutela ambientale del Parco”.

Ad oggi – si legge nell’interrogazione – l’intervento messo in atto dall’‘Ente di gestione parchi’, dopo le denunce di cittadini e di guardie volontarie ambientali, sembra essersi limitato a un generico imballaggio del materiale”, a cui non sarebbe seguita la rimozione dei pacchi.

Il consigliere sollecita quindi provvedimenti urgenti, qualora non siano già stati effettuati interventi, perché gli enti competenti risolvano al più presto questa gravissima situazione e sia bonificata tutta l’area del Parco di Monte Sole dove è presente il pericoloso materiale.

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Ambiente, Bignami: "No all'ampliamento della discarica di Baricella"

Lo scorso 30 aprile la stampa locale ha riportato la notizia della protesta di un gruppo di cittadini contro il progetto di ampliamento della discarica di Baricella (Bologna) per il quale è tuttora in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), sarebbe anche stata promossa una raccolta firme, che avrebbe raggiunto 1.453 adesioni, poi trasmessa anche alla Regione.

Lo segnala Galeazzo Bignami (Fi) in un’interrogazione dove ricorda che il 23 marzo 2016 è stato “pubblicato sul BUR dell’Emilia-Romagna l’avviso di deposito degli elaborati progettuali per l’effettuazione della procedura di VIA relativa al progetto ‘Ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi di Baricella’ proposta da Herambiente spa”.

Si tratta – spiega il consigliere – di “un progetto che riguarda la realizzazione dell’ampliamento della discarica esistente” con “un aumento della capacità di stoccaggio per un quantitativo di rifiuti speciali non pericolosi pari a 1.147.000 metri cubi. Oltre ai rifiuti, il progetto avrebbe in previsione l’ingresso all’impianto anche di limitate quantità di materiali inerti provenienti da cave di prestito che, nel corso della vita della discarica, saranno necessari per garantire una sua corretta gestione”.

“Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti, – aggiunge – si suddividono in rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi stabili e non reattivi”.

Bignami riferisce inoltre che “la Giunta provinciale, nel luglio 2013, aveva già dato il via libera a un ampliamento del sito di Baricella, secondo un progetto presentato da Herambiente che all’epoca era di 600.000 tonnellate, tuttavia, nell’ottobre 2013, come riportato da alcuni articoli di stampa, Hera aveva dichiarato l’intenzione di non procedere”.

Di fatto, – ribadisce il consigliere – il nuovo progetto di ampliamento di Herambiente “andrebbe a triplicare il quantitativo di rifiuti previsto in quello che aveva ricevuto il via libera a livello provinciale” e “andrebbe a configurarsi come una vera e propria riapertura di un impianto inattivo dal 2011: tra l’altro, – commenta –  il piano rifiuti regionale non annovera il sito di Baricella tra gli impianti funzionali alla gestione dei rifiuti urbani.

Bignami vuol quindi sapere per quale motivo, da un progetto iniziale di 600.000 tonnellate, Herambiente sia passata a un progetto che triplicherebbe la quantità di rifiuti da conferire in un sito neppure contemplato nel Piano rifiuti regionale, come sia stato giustificato questo fabbisogno e se si ritenga che il progetto sia coerente con il Piano rifiuti regionale, basato  su indirizzi politici che dovrebbero mirare alla riduzione costante dei rifiuti indifferenziati e del loro conferimento in discarica.

Di qui l’invito del consigliere a chiarire la posizione assunta dalla Regione su questa vicenda.

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Babysitter gratis ai migranti (tanto paghiamo noi) - GUARDA IL VIDEO

Lo sapevate che coi soldi delle nostre tasse paghiamo anche le babysitter ai migranti?
Le babysitter, avete capito bene.
E noi ai lavoratori italiani. Ai migranti.
18,50 € l’ora.
Lo hanno deciso Regione Emilia Romagna e Ministero dell’Interno con due bandi di poche settimane fa che potrete vedere nel video.
Poi come fa uno a non arrabbiarsi.
Questi vengono in Italia violando le nostre leggi, imponendoci i propri costumi, delinquendo sempre più e noi gli paghiamo vitto, alloggio e pure la babysitter.
Non solo.
La babysitter (che deve essere laureata…) è pagata per i minori dei migranti che vanno ai corsi di italiano, anche questi gratis per loro visto che sono pagati coi soldi nostri (45 € l’ora per insegnante).
Il tutto grazie ad un fondo di 330.000.000 (milioni!) di euro. Tutti soldi nostri.
Però poi ci dicono che devono tagliare la sanità, i trasporti, i servizi perché non ci sono i soldi… Però i soldi per la babysitter ai migranti li trovano.
E questo non è razzismo. E’ buon senso.
La verità? E’ che ci sono troppi interessi economici che girano. Questo è un business. Un esempio? Ascoltate il video fino alla fine. Per me qualcuno non dormirà tranquillo se lo sente…

 

 

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Lavoro, Bignami interroga la Giunta su incarichi affidati a docenti Università Bologna

Galeazzo Bignami (Fi), in un’interrogazione rivolta alla Giunta, chiede se un professore, “ordinario di Diritto del lavoro all’Università di Bologna, abbia avuto nel periodo 2002-2017 incarichi o contratti a qualsiasi titolo con l’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro, ente regionale soppresso nel 2005, con la Regione Emilia-Romagna e con la neonata Agenzia regionale per il Lavoro”.

In caso di risposta affermativa, il consigliere vuole conoscere dettagliatamente la natura degli incarichi e/o dei contratti, il riferimento preciso degli atti, le motivazioni di volta in volta addotte per giustificarli e vuole sapere se il docente, nello stesso lasso di tempo, fosse “componente o presidente della consulta giuridica della Camera del Lavoro di Bologna e/o del sindacato Cgil regionale”.

Altre richieste: se nel medesimo arco temporale e in vigenza di contratti e/o incarichi presso le strutture regionali, il docente abbia avuto anche incarichi di docenza dalla Regione, dalle citate Agenzie e/o da enti di formazione finanziati da risorse del Fondo sociale europeo e se siano state affidate a un altro professore, associato di Diritto del Lavoro nella stessa Università bolognese, docenze a corsi di formazione connesse alla soppressa direzione generale Cultura, formazione e lavoro, con l’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro, anch’essa soppressa, e con l’Agenzia regionale per il Lavoro.

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Quel Centro Destra che si ostina a non sparire

Il peggiore degli incubi di osservatori, politologi, editorialisti, commentatori e intellighenzia varia si sta realizzando.

Il Centro Destra, contro cui tutti si sono mossi e contro cui tutti hanno operato (e che, a onor del vero si è anche prodigato in atti di vero e proprio autolesionismo) è in testa nei sondaggi. E se i sondaggi, che spesso penalizzano proprio il Centro Destra, lo danno in testa, significa che per PD, M5S e compagni vari tira una brutta aria.

Lo dimostrano i repentini cambi di direzione del Corrierone, fino a qualche mese fa fustigatore di Grillo, Raggi e grillini vari e che ora si preoccupa di conferire un’aurea di politically correct (quanti danni ha fatto il politically correct in Italia…) ai pentastellati. Come pure lo dimostrano gli scrivani di Repubblica, ultimi detentori della presunta superiorità morale di gramsciana memoria, un tempo censori di Renzi e oggi assai più indulgenti verso il nostro fiorentino.

Perché? Perché alla fin dei conti il Centro Destra sta beneficiando di quella strategia ostinatamente perorata da Berlusconi il quale, come già in altre occasioni, si immerge nei periodi non elettorali per poi riemergere quando conta. Come non ricordare la spazzolata alla sede di Travaglio o il D’Alema vestito da marinaretto.

Però…

Però questa volta c’è qualche cosa in più. C’è un PD che litiga, che subisce diaspore e scissioni. C’è un Grillo che denota tutte le sue difficoltà quando dalla protesta si deve passare al governo. E quindi gli Italiani, che da sempre sono più di Centro Destra che altro, nonostante i mille errori e le mille occasioni mancate pare tornino a premiare quello che in molti considerano un “usato sicuro”.

E chissà che questa volta l’usato sicuro non sia una bella novità. Perché, ferma restando la necessità di un’alleanza tra tutti i movimenti che animano e compongono il Centro Destra, forse per una volta se l’ex Casa della Libertà dovesse uscire vincitrice dalla competizione elettorale potrebbe governare senza i condizionamenti dei Cesa, dei Follini, degli Alfano vari, pronti ad allearsi con la sinistra pur di salvare se stessi.

Forse, per una volta, si potrebbe vedere la vera azione del Centro Destra. Tagli alle tasse, rinegoziazione dei Trattati con la UE, investimenti sulla sicurezza, sulle infrastrutture, un drastico stop all’invasione che l’Italia sta subendo, abbattimento delle burocrazie e soprattutto tanto, tanto buon senso.

Quello che è mancato sinora alla politica di questo Governo Gentiloni, mai eletto da nessuno. Come quello precedente, di Renzi, neppure eletto. Come quello di Letta prima. E quello di Monti prima ancora. Perché l’ultimo Governo eletto dagli Italiani è stato quello di Berlusconi nel 2008.

E a ben pensarci il problema è in fin dei conti proprio questo.

Si pretende che chiunque vinca essere organico ai poteri costituiti. Alle burocrazie, alla nomenclatura, al sistema verso cui il Centro Destra ha sempre manifestato una certa insofferenza. Perché è bene ricordare come questo assetto istituzionale si fondi su quel compromesso storico varato da Moro e Berlinguer che oggi costituisce il core business del PD. E che contemplava come minimo comune denominatore l’esclusione di quell’area politica che oggi viene etichettata come “populista”, ma che fin dal passato rappresentava la maggioranza degli Italiani, preoccupati di avere tranquillità per se e le proprie famiglie, lavoro e uno Stato equo, se non giusto. Una vera rivoluzione, visto i signori che ci governano oggi. 

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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