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Vittoria in Friuli, Bignami: "Ora largo al centrodestra"

La vittoria in Friuli dimostra che il centrodestra è "l'unica alternativa di governo" del Paese. A sostenerlo è Galeazzo Bignami, deputato di Forza Italia. "La crescita complessiva del centrodestra, con un evidente travaso di voti dai 5stelle alle forze della coalizione, dimostra come la conduzione politica di questa fase delicata stia premiando nettamente l'alleanza tra Berlusconi, Salvini e Meloni- analizza Bignami- e' necessario a questo punto, dopo la vittoria in Molise e Friuli, che si prenda atto della situazione e che si consenta al centrodestra di dare un Governo alla nazione". Il voto in Friuli, continua Bignami, premia "una coalizione salda e leale con i propri alleati e soprattutto credibile nei programmi. Una coalizione che ovunque sta dimostrando di essere vincente e di avere tutte le carte in regola per candidarsi quale validissima, se non unica, alternativa di governo". 

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Foreign Fighters: Bignami interroga il Governo

Il fenomeno dei foreign fighters è oggetto di una interrogazione rivolta al Ministero dell’Interno da parte del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami.

“Negli ultimi anni diversi sono stati i casi di arresti e di espulsione in riferimento alla pericolosità dei soggetti messi in relazione con il terrorismo di matrice islamica – spiega Bignami -. Una delle ultime stime, da fonti di stampa e articoli reperibili in rete parlerebbe di 125 foreign fighters partiti dall’Italia: la maggioranza sarebbe costituita da stranieri partiti dal territorio nazionale o che hanno, in qualche modo, avuto a che fare con il nostro Paese”.

In diverse occasioni, inoltre, si legge nell’atto ispettivo, “sulla stampa locale e nazionale, sono state riportate notizie relative ai livelli di guardia notevolmente innalzatisi rispetto ai detenuti di fede islamica e a ogni possibile segnale di radicalismo, soprattutto in considerazione del fatto che una significativa percentuale della popolazione carceraria italiana proviene da Stati nei quali la religione prevalente è quella islamica”. E ancora: “In relazione al rischio di radicalizzazione all’interno delle carceri italiane, già all’inizio del 2017 il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria aveva stilato un elenco per gli agenti dei comportamenti da considerare come “campanelli d’allarme”: ciò anche a seguito degli attentati di Parigi e di Berlino quando alcuni detenuti, in alcune carceri d’Italia, erano stati notati mentre esultavano per le stragi”.

Il deputato di Forza Italia cita anche le dichiarazioni di Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo alla George Washington University il quale avrebbe analizzato i dati relativi ad arresti, espulsioni e foreign fighters notando che l’Emilia-Romagna, insieme a Lombardia e Veneto presenterebbe i numeri più alti, in primo luogo perché si tratta delle Regioni più popolose d’Italia e poi perché la potenziale presenza di reti di radicalizzazione attira inevitabilmente soggetti interessati a farne parte.

Bignami chiede dunque “se il Ministero abbia conoscenza della presenza, consistenza numerica e dislocazione sul territorio nazionale di sospetti foreign fighters e quali siano i dati aggiornati”, “se sia stato promosso o si intenda promuovere uno studio sui potenziali centri di radicalizzazione in Italia, sulla loro dislocazione e sulle loro caratteristiche”, “quali misure si intenda adottare per contrastare fenomeni di radicalizzazione all’interno delle carceri e in altri luoghi considerati sensibili”.

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Spaccio in Montagnola, Governo valuti presidio fisso dell'Esercito

Forza Italia chiama in causa il Governo per combattere il degrado a Bologna. In particolare, il neodeputato berlusconiano Galeazzo Bignami chiede, in un'interrogazione, cosa intenda fare l'esecutivo "per accelerare l'esecuzione dei provvedimenti di espulsione di persone abitualmente dedite allo spaccio, in particolare a Bologna", "quante di queste persone risultino dimorare in strutture di accoglienza e se, eventualmente, siano state allontanate dalle strutture stesse", e se "si intenda valutare l'invio di un presidio fisso nella zona della Montagnola e in altre zone critiche della citta' per il tempo necessario". Nel documento, infatti, Bignami ricorda che "nei mesi scorsi Bologna, e in particolare la zona della Montagnola, e' stata a piu' riprese protagonista delle cronache nazionali" per via dell'aggressione subita dagli operatori di 'Striscia la notizia'. Vicende che, sottolinea, "hanno riproposto il tema del degrado in cui da anni versa questa zona di Bologna, dove lo spaccio e' all'ordine del giorno anche in luoghi frequentati da famiglie e bambini". In questa e in molte altre situazioni, tira dritto il parlamentare forzista, "occorre rilevare che molti dei soggetti fermati risultano gia' conosciuti alle Forze dell'ordine e hanno spesso precedenti di varia natura", e per questo "occorre, a fronte degli sforzi delle Forze dell'ordine, individuare soluzioni definitive per arginare e debellare il fenomeno dello spaccio in Montagnola". Anche perche', osserva Bignami, il servizio di 'Striscia' "sembra aver messo in luce il fatto che i pusher si siano offerti di vendere anche armi come pistole e kalashnikov". Alla luce della situazione in Montagnola, Bignami chiede quindi al Governo di agire. In particolare, dato che "il Testo unico sull'immigrazione prevede, all'articolo 13, i casi di espulsione aministrativa che si applicano, tra l'altro, agli stranieri abitualmente dediti a traffici delittuosi o che mettono in pericolo l'integrita' fisica o morale dei minorenni, la sanita', la sicurezza o la tranquillita' pubblica", il deputato forzista chiede di sapere "quanti siano, ad oggi, i soggetti imputati, fermati o condannati per situazioni legate allo spaccio in zona Montagnola e in generale a Bologna, e quanti di questi siano di origine straniera". Oltre a questo, e oltre a chiedere di valutare un presidio fisso in zona e di espellere i pusher 'abituali', l'esponente berlusconiano vuole anche sapere "su quante di queste persone gravino provvedimenti di espulsione, o per quante siano stati eventualmente emessi fogli di via". 

Fonte: Agenzia DIRE

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Reddito di solidarietà, troppi stranieri tra i beneficiari

Delle 11.000 domande arrivate in Emilia-Romagna per il reddito di solidarieta', quasi il 34% e' giunto da nuclei famigliari stranieri, ai quali per effetto della maggiore composizione familiare e' stato erogato quasi il 45% dei fondi. Ma per Forza Italia, sono "troppi gli stranieri tra i beneficiari", come dicono oggi il capogruppo in Comune a Forli' e i neoparlamentari Galeazzo BIGNAMI e Simona Vietina che chiedono di "correggere al piu' presto i meccanismi di erogazione del sussidio", con BIGNAMI che insiste sull'introduzione di due correttivi: "Riservare il Res soltanto agli italiani e introdurre un criterio di residenzialita' di almeno 10 anni", non 24 mesi come ora. Dai dati forniti dalla Regione, spiega poi Ragni, "a livello territoriale, il maggior numero di domande si registra nella provincia di Bologna (2.346 domande su 482.861 famiglie residenti) mentre a Forli'- Cesena (appena 714 domande dopo quatto mesi e mezzo di applicazione, dal 18 settembre 2017, a fronte di 170.042 famiglie residenti) e Piacenza il minor numero di richieste". Del totale dei residenti in Emilia-Romagna, gli stranieri rappresentano "non piu' dell'11,9% della popolazione" e "non oltre il 15-18% nelle varie province", eppure proprio agli stranieri "e' stata concessa una quota del contributo economico proporzionalmente superiore rispetto a quella destinata agli italiani residenti". Guardando a Forli', il capogruppo forzista in Comune fa notare che in citta' piu' del 40% dei fondi stanziati nel primo bimestre del 2018 per il Res e' stato erogato a beneficio dei nuclei familiari stranieri, che rappresentano "appena il 12% dei residenti". E allora BIGNAMI attacca visto che "avevo detto fin dall'inizio che questo strumento sarebbe stato utilizzato dai sinistrati per coccolare i loro presunti futuri elettori".

FONTE: Agenzia DIRE

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Caso Schwarz, non è finita. Presentato esposto all'ANAC

Dopo la diffida inviata al Comune di Bologna dal capogruppo di Forza Italia Marco Lisei, sul caso “Schwarz” arriva anche l’esposto all’ANAC a firma del deputato di FI Galeazzo Bignami.

A finire sotto accusa, in particolare, la posizione del capogruppo PD in Consiglio comunale, Claudio Mazzanti, il quale ha partecipato al voto consiliare che avrebbe portato alla modifica dei componenti del consiglio di amministrazione di Bologna Fiere spa ampliando contestualmente i poteri del cda stesso e portando alla nomina di Gigliola Shwarz, moglie del capogruppo Pd.

“La risposta del Comune è stata a nostro avviso insoddisfacente e non è servita a fugare i dubbi che ancora permangono – spiega Marco Lisei –. Il capogruppo PD sembra aver votato consapevolmente e dunque per noi la delibera resta illegittima. Il Comune pertanto avrebbe dovuto annullarla in autotutela. A questo punto auspichiamo che vi sia presto una pronuncia dell’ANAC”.

“Un atto doveroso per riaffermare un principio basilare, quello della trasparenza all’interno della pubblica amministrazione – spiega Bignami -. C’è un potenziale conflitto di interessi e a questo punto crediamo che solo l’ANAC possa dirimere una questione più volte segnalata al Comune”.

“Il capogruppo del Gruppo PD, nei giorni immediatamente successivi alla votazione ha dichiarato ai giornali che, al momento del voto, era a conoscenza della decisione del sindaco di procedere alla nomina di sua moglie nel consiglio di amministrazione garantendo che tale situazione di conoscenza non aveva influito in alcun modo sulle proprie determinazioni”, si legge nella segnalazione corredata da una serie di allegati quali una interpellanza regionale a firma di Bignami, diversi articoli di stampa e copia della delibera di consiglio.

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Frane in Appennino, servono tempi certi per lo stato di emergenza

“Servono tempi certi e rapidi per la dichiarazione dello stato di emergenza e di calamità, la montagna bolognese non può più aspettare”. Così il deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami interviene sulla critica situazione di tante zone montane che soffrono il continuo problema del dissesto idrogeologico. “Un problema che si accentua a causa del maltempo e anche in presenza di fenomeni atmosferici ampiamente previsti – dice Bignami -. I danni sono straordinari ma la frequenza con cui si verificano non ha più caratteri di eccezionalità. Servono politiche strutturate e mirate per la montagna che non si risolvano in semplici slogan”.

“Presenterò una interrogazione ai Ministeri dell’Ambiente e Affari regionali per chiedere tempi certi in primo luogo sulla dichiarazione dello stato di emergenza e di calamità naturale. Chiederò inoltre di sapere se e in che misura esistano fondi stanziati per il dissesto idrogeologico destinati specificamente alle aree montane del nostro territorio metropolitano e se esistano fondi straordinari per far fronte ai notevoli danni causati dalle frane e con quali tempistiche saranno messi a disposizione. Abbiamo a che fare con piccoli Comuni che hanno problemi enormi. Realtà troppo spesso dimenticate a livello nazionale”. 

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"Il Governo finanzi lo studio per il Passante Sud"

Il nuovo Governo (quando ci sara') finanzi uno studio di fattibilita' sul Passante sud a Bologna. Arriva il primo atto ufficiale depositato in Parlamento sul by-pass sotto la collina, a firma del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami, impegnato oggi a Roma insieme ai rappresentanti di Lega e M5s in un incontro coi dirigenti del ministero per cercare di fermare la realizzazione del Passante di mezzo. In un'interpellanza presentata ieri alla Camera, Bignami spiega al ministero delle Infrastrutture i vantaggi del Passante sud, che presenterebbe "profili di sostenibilita' ambientale ed economica piu' elevata" e che permetterebbe di "creare un vero e proprio anello intorno alla citta'", snellendo il traffico. Bignami chiede dunque al ministro che verra' se questa ipotesi "sia stata approfonditamente analizzata e puntualmente verificata" e se il Governo intenda, "visti anche gli esiti del confronto pubblico sull'iter valutativo e i dubbi e le perplessita' che ancora permangono" sul Passante di mezzo, "finanziare uno studio di fattibilita' per la realizzazione del Passante sud, al fine di comparare i due progetti e individuare quello maggiormente sostenibile". Allo stesso tempo, in un'interrogazione diretta questa volta al ministero dell'Ambiente e a quello della Salute, il deputato chiede se sul progetto del Passante di mezzi sia stata fatta una "approfondita valutazione di impatto sanitario, volta a indagare anche eventuali incrementi di patologie respiratorie o altre problematiche correlate all'inquinamento acustico e atmosferico nella zona che risultera' coinvolta dalla presenza del cantiere e successivamente della nuova infrastruttura". 

Bignami ricorda anche che nel marzo 2017, l'Ordine dei medici di Bologna aveva chiesto proprio al ministero dell'Ambiente una "moratoria di almeno 12 mesi prima dell'apertura dei cantieri, suggerendo il collocamento di centraline di rilevamento per la valutazione degli inquinanti provenienti dagli scarichi dei veicoli in transito".

FONTE : Agenzia DIRE

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STRADA CITTA’ CASTELLI E CILIEGI. DALLA REGIONE NESSUN CONTROLLO. E ALLORA, CHI CONTROLLA QUESTI ORGANISMI?

Non è certo una situazione florida quella delineata dall’Assessorato regionale all’Agricoltura sulle note vicende  della Strada dei vini e dei sapori “Città castelli ciliegi”, ubicata a Zola Predosa e che si occupava della organizzazione e promozione turistica di grandi e piccoli eventi enogastronomici, sagre e feste nella zona collinare tra Modena e Bologna.

E così dalla Regione veniamo a sapere che nel 2015 si procedette a una prima verifica presso le 15 Strade attive e che, a tale verifica, la Strada “Città Castelli Ciliegi” non ha mai partecipato né ha provveduto a giustificare la propria assenza e che le ultime notizie dirette su questa struttura “risalgono al 2016”. Con una determina dirigenziale del 25 febbraio 2015 inoltre la Regione ha disposto la revoca del contributo  concesso sulla misura 313 “Incentivazione delle attività turistiche” del Programma regionale di Sviluppo rurale 2007 – 2013 disponendo, contestualmente, l’escussione della garanzia fideiussoria pari a 45.000 euro.

Appare comunque alquanto singolare che, in presenza di un contributo regionale di 253mila euro da parte della Regione dal 2001 al 2011 non esistano meccanismi efficaci di controllo su quello che poi accade a questi organismi e che l’ente regionale non abbia alcun potere nemmeno sulla sollecitazione rispetto a una maggiore trasparenza nei bilanci e nella gestione.

Una vicenda certamente poco felice che mette in luce tutta la precarietà di un sistema di finanziamenti a soggetti che, al termine del percorso di erogazione del contributo, non sono più soggetti a quelle modalità di controllo che pure dovrebbero essere previste in capo all’ente (Regione) formalmente erogatore del finanziamento.

Soggetti che, come nel caso della Strada Città Castelli Ciliegi diventano assolutamente autoreferenziali e sfuggono alle normali regole in fatto di trasparenza.

Spiace anche constatare che i Comun interessati hanno probabilmente temporeggiato sul da farsi giungendo così a una situazione di non ritorno.

E’ chiaro che in questa fase occorre aprire una doverosa riflessione sugli strumenti normativi da mettere in campo per fare in modo che i bilanci dei soggetti nati sulla spinta di contributi pubblici diventino trasparenti e soggetti a controllo così come le nomine di chi amministra questi organismi. 

Galeazzo Bignami - capogruppo regionale Forza Italia

Erika Seta - capogruppo FI Casalecchio

 

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PONTE SUL PO, BIGNAMI (FI) INTERROGA IL MINISTERO. COSA SI INTENDE FARE PER RIDURRE I DISAGI?

I lavori di ristrutturazione del ponte sul Po tra Santa Maria Maddalena e Pontelagoscuro sono al centro di una interrogazione parlamentare presentata dall’On. Galeazzo Bignami al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il deputato di Forza Italia, nel suo atto ispettivo, porta all’attenzione del Ministero le numerose preoccupazioni e perplessità che ancora permangono relativamente allo svolgimento dei lavori e, in particolare, “per le mancate risposte dell’ANAS a indicazioni e sollecitazioni arrivate dai Comuni stessi”.

Nelle settimane scorse la stampa locale ha riportato anche le evidenti preoccupazioni di cittadini, pendolari, titolari di attività, imprese e associazioni di categoria che temono importanti ripercussioni per il tessuto commerciale dovute alla prolungata presenza del maxi cantiere sul ponte.

“A oggi sembra si sia optato per la chiusura completa del ponte al traffico veicolare – spiega Bignami -. E i disagi per cittadini e per migliaia di pendolari che si spostano per motivi di lavoro, di studio, di salute, saranno inevitabili. Intendiamo sapere quali iniziative siano state adottate per ridurre quanto più possibile tali disagi e se criteri e modalità di esecuzione dei lavori siano stati concordati con gli enti coinvolti venendo incontro alle richieste degli amministratori locali e del territorio”.

“Tra le richieste avanzate dagli enti locali – spiega Bignami - la possibilità di consentire il transito gratuito in Autostrada nel tratto che attraversa il ponte sulla A13, individuato quale strada alternativa durante la presenza del cantiere,  e l’istituzione di turni lavorativi anche notturni in modo da poter completare l’opera nel più breve tempo”. Nelle ultime settimane inoltre è stata puntata l’attenzione anche sui costi sociali aggiuntivi che deriveranno dalla prolungata presenza del cantiere in particolare in relazione alle deviazioni che il trasporto pubblico dovrà effettuare per tutto il periodo dei lavori. Costi che, secondo una stima, potrebbero aggirarsi intorno ai 150mila euro nel periodo estivo.

“Anche in tal caso ANAS deve chiarire se intenda assumere a proprio carico tali costi aggiuntivi – prosegue Bignami -. Abbiamo inoltre chiesto se siano state previste forme di agevolazione o di esonero dal pagamento del pedaggio per coloro che saranno costretti a utilizzare il tratto autostradale alternativo al ponte per la durata del cantiere e se si siano previste anche iniziative di potenziamento del servizio ferroviario”.

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Valsamoggia, osservatorio fusioni "solo un grande flop"

“Un libro dei sogni quello scritto dal sindaco di Valsamoggia nel quale non esistono criticità, dubbi, problematiche derivanti dalla fusione. Una visione assolutamente parziale che non fotografa minimamente la realtà”. Così il capogruppo regionale di FI interviene sulle dichiarazioni di Ruscigno, definite “eccessivamente entusiastiche” sul bilancio previsionale 2018-2020 del Comune di Valsamoggia.

“In realtà – dice Bignami – si tratta di un bilancio senza nessun carattere di positiva straordinarietà. La tassazione per i cittadini continua a rimanere invariata quando la promessa era stata quella di una progressiva diminuzione, i famosi 20 milioni di investimenti vengono riproposti nel piano di anno in anno, aumentano i proventi da sanzioni e calano i trasferimenti all’azienda che si occupa di servizi sociali”. “Ma soprattutto – chiede Bignami – siamo proprio sicuri che questa fusione abbia portato tutti questi benefici e che la popolazione sia contenta?”

“A oggi, infatti, l’Osservatorio regionale sulle fusioni risulta essere solo un grande flop – tuona il consigliere -. Qualche documento, pochi dati numerici, messi a disposizione dai sindaci pro fusione. Nessuna nota negativa, nessuna indagine dell’impatto sulla tassazione nel post fusione, nessun sondaggio tra la popolazione sulla percezione della qualità dei servizi”.

I documenti messi a disposizione per il famoso monitoraggio che avrebbe dovuto evidenziare anche criticità e lacune in Valsamoggia a seguito della fusione? “Una scheda informativa del sindaco, una rendicontazione dei contributi 2015, una relazione sui contributi 2016, il regolamento sui municipi – che tra l’altro non sono mai decollati -, una guida ai servizi e agli sportelli per i cittadini. E questo dovrebbe servire per operare una valutazione obiettiva degli effetti della fusione?”

Di tutto questo Bignami intende chiedere conto alla Regione con una dettagliata interrogazione alla Giunta. “Vogliamo sapere in che modo si intenda garantire un reale funzionamento di tale Osservatorio – dice Bignami – e se si intenda, ad esempio, iniziare ad acquisire anche contributi critici come  quelli dei gruppi consiliari di opposizione o dei comitati territoriali”.

Bignami chiede inoltre alla Giunta “se si intenda, in maniera terza e imparziale, indagare la percezione della qualità dei servizi nel Comune di Valsamoggia a seguito della fusione e, in particolare, nei territori degli ex Comuni nei quali prevalse il ‘no’ al referendum per valutare, a distanza di cinque anni, se la contrarietà alla fusione si sia rafforzata o si sia affievolita” e infine “se si intenda indagare il “peso” nei bilanci comunali dei Comuni nati a seguito di fusione dei contributi statali e regionali e provare a redigere, in maniera autonoma e imparziale, simulazioni sulla tenuta della macchina amministrativa all’esaurirsi di tali risorse”.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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