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PROGRAMMA ELETTORALE 2010-2015

Un programma di azione e di risultati non è facilmente redigibile, tanto più quando si deve parlare di una città e di un’amministrazione comunale. Certo, se dovessi procedere per priorità, sicurezza e lotta al degrado sarebbero al primo posto. Tuttavia non visti come meri problemi da risolvere, ma come concetti declinati da una profilo maggiore, quasi valoriale, ovvero l’Ordine.

Ordine inteso in senso morale, sociale, direi quasi mentale. Da qui, la mia personalissima idea che ciò che maggiormente serve in Italia, e alla sua classe politica in particolare, è soprattutto il coraggio. Il coraggio di compiere scelte e azioni che si presentano evidentemente come necessarie per la nostra città, ma che nessuno vuole realizzare per assenza di coraggio, per paura appunto di non trovare il “consenso politico”; ciò che metterebbe a repentaglio il rispettivo posto di potere.
Dubito fortemente che il governo della cosa pubblica sia un fine. E’, diversamente, uno strumento. Lo strumento mediante il quale si deve perseguire l’interesse pubblico. A qualsiasi costo, anche di perdere la “posizione di potere” cui sopra accennavo, che diventerebbe altrimenti autoreferenziale.
Ma ordine inteso anche come pulizia, come necessità di non dare adito a zone d’ombra, a situazioni poco chiare. Ecco, se proprio dovessi fissare un’ideale gerarchia tra i principi che mi hanno sino ad oggi guidato, porrei Ordine e Coraggio ai primi posti. Perché dall’ordine sociale, deriva la condivisione di quell’elemento che si chiama convivenza civile, che oggi, soprattutto a Bologna, è messa a dura prova da fenomeni di degrado sociale e di disgregazione del tessuto civico. Dall’ordine morale, deriva una concezione della vita che, proiettata nella vita politica, ti consente di guardare sempre in faccia il tuo interlocutore, senza avere nulla da temere o da nascondere. Dall’ordine morale si trae invece la possibilità di applicare costantemente i propri valori di riferimento nella vita quotidiana. Valori. Una parola importante e per questo abusata. Se ne cercano sempre di nuovi, a Destra come a sinistra, dimenticando che in realtà ciò che maggiormente le donne e gli uomini vogliono è sentire poche cose, possibilmente chiare, senza troppi giri di parole o di intellettualismi. Per questo non mi vergogno a dire che i miei Valori di riferimento sono sempre e solo tre: Dio, Patria, Famiglia. Non è poco, se si comprende l’intensità di queste parole.
Dio racchiude una Fede, una concezione dell’essere che non appartiene certo al politico, ma che assume un significato su temi essenziali come la sacralità della vita e quindi l’aborto, la fecondazione assistita, il rispetto del prossimo.
Patria, ovvero identità nazionale, culturale e sociale. L’idea che esiste un’Italia profonda, da Trieste a Lampedusa, unita da Valori forti come quelli citati che appartengono così tanto al DNA del nostro popolo da essere ormai indissolubilmente legati ad esso. Peccato che non sempre la Destra italiana colga questa semplicità e si avventuri nella rielaborazione di concetti che in realtà non devono essere rielaborati, ma semplicemente riproposti dovutamente aggiornati.
Famiglia, intesta davvero come concetto rivoluzionario, in un periodo in cui la noiosa scontatezza con cui vengono proclamati parodie della famiglia come DICO, PACS invece che ingrigire l’idea di famiglia, la rende per l’appunto eccezionale. Ormai è più sorprendente trovarsi di fronte ad una famiglia composta da un uomo e una donna che si amano, sono uniti in matrimonio ed hanno dei figli, piuttosto che avere dinanzi una coppia di omosessuali conviventi, magari preoccupati dall’apparire “più avanti” degli altri. Non credo siano più avanti di una famiglia eccezionalmente normale…
Insomma, sono convinto che anche l’azione amministrativa, se per essere realizzata, abbia bisogno di Valori e principi saldi, che se dovutamente declinati, possono dare risposte a problemi di livello cittadino che pur lasciano poco spazio a diversificazioni ideologiche. Diversità che però esistono, eccome.
Che il problema della sicurezza urbana non sia né di Destra né di sinistra, come dice Napolitano, è fuor di dubbio. Quel che ci si dimentica di aggiungere è che di Destra o di sinistra sono le soluzioni che si danno al problema sicurezza.
Su piazza Verdi, ad esempio. Cofferati, più latitante che sceriffo, ha cercato di risolvere il problema mandando mediatori sociali, inventandosi eventi culturali, promuovendo il dialogo partecipato e le pedonalizzazioni universitarie. Queste sono risposte di sinistra, consumate su un piano di illusoria accoglienza indiscriminata e di buonismo d’accatto. La Destra ha altre soluzioni, ha altre ricett, che certo passano anche da quanto proposto da Cofferati. Anche, non solo. E soprattutto non prima di aver bonificato con azioni, anche forti, la zona. Certo, più vigili, più polizia, può apparire banale. Ma è banale perché è proprio quello che serve.
Oppure sul sociale. Mi chiedo come si faccia, ad esempio, ad affermare apoditticamente che gli extra comunitari hanno i nostri stessi diritti in materia, ad esempio, di alloggi pubblici senza trarre le dovute conseguenze di questa affermazione. Giusto che ci siano gli stessi diritti, per carità. Meno giusto però che si abusi di questi diritti. Un esempio. la popolazione extraUE a Bologna è di molto inferiore al 10%. Tuttavia gli alloggi pubblici assegnati a persone extra UE è superiore al 30%. Secondo me, è sbagliato, perché è evidente che il sistema di assegnazione, così come oggi concepito dalle Regione e dal Comune, premia gli immigrati e penalizza gli italiani. Invece degli stessi diritti, insomma, c’è una strisciante preferenza per gli immigrati. Sbagliata, perché doppiamente discriminatoria.
Ma un programma, per essere completo, meriterebbe approfondimenti che in una pagina web non si possono svolgere adeguatamente su temi come mobilità, infrastrutture, economia locale, urbanistica. Temi complessi per i quali tuttavia Alleanza Nazionale ha ricette praticabili, utili e vincenti.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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