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Bologna, le promesse di Merola già archiviate

di Marco Lisei

Ad un anno dal rinnovo del mandato, Merola continua a mostrare disinteresse verso i problemi che affliggono Bologna. Le promesse della campagna elettorale, infatti, sono già state ampiamente dimenticate, disattese, archiviate. Non mi riferisco certo alla promessa di smettere di fumare se avesse vinto (ha ripreso dopo pochi giorni), ma alla promessa di attenzione alle periferie, di incremento della sicurezza, di lotta al degrado. Dopo un anno di mandato non si registra, infatti, un solo atto amministrativo che mostri un benché minimo segnale di volontà di risolvere questi problemi.

Bologna continua ad essere in testa alle classifiche dei reati compiuti, in molti casi al primo posto. Graffiti e sporcizia continuano a imperversare anche e sopratutto in quelle periferie a cui Merola dice di tenere tanto. Purtroppo, a fronte di livelli di tassazione immutati, anche qui i più alti in Italia, anche nei servizi sono immutati i problemi ormai cronici, continua la discriminazione dei cittadini italiani, fanalino di coda, ad esempio, sia nelle assegnazioni delle case popolari (ben oltre il 50% a stranieri) sia nelle borse lavoro (solo il 30% delle assegnazioni a cittadini italiani). La sanità è finita agli onori della cronaca per le sempre più frequenti congestioni dei pronti soccorsi, causati dai tagli a posti letto e dalle carenze di organici sia medici che infermieristici. In compenso ha pensato di investire nella comunicazione, ha assunto un portavoce, il più pagato in Italia (150.000 € annui) che al momento non ha mai proferito parola ed ha assunto 4 persone in più nell'ufficio stampa. Ha anche pensato alla nostra sicurezza stradale, o meglio, alla sicurezza del proprio bilancio, installando due autovelox (Viale Panzacchi e Via Stalingrado) che stanno fruttando milioni di Euro grazie alla loro "furba" posizione. Ad ogni buon conto, in questo mandato chiunque può lamentarsi di tutto ciò direttamente con il Sindaco, visto che ha promesso di ricevere i cittadini il martedì... peccato che al momento si sia presentato un solo martedì in questo lungo e travagliato anno.

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REATI COMMESSI DA MIGRANTI: COME FA LA REGIONE A PARLARE DI FENOMENO RESIDUALE?

Eccola qua la finta integrazione della sinistra: profughi arruolati dai pusher per spacciare. Ma per la Regione va tutto bene, non esistono problemi. Sono queste infatti le risposte che ci sono sempre state date quando denunciavamo la situazione al collasso del Cie, l'aumento della criminalità comune e in particolare dello spaccio che ormai è una realtà quotidiana in qualunque angolo della Città.

La posizione assunta dalla vicepresidente della giunta regionale, poi, appare assolutamente indifendibile laddove afferma che è del tutto normale che su migliaia di persone, ci possa scappare qualche delinquente. Questo, in sostanza, l'assunto che la Regione vorrebbe far passare. Ma come fa la Regione a dire che i migranti che delinquono sono una minima parte quando la Regione stessa non ha la minima idea dell'incidenza dei reati commessi dai migranti da quando questa scellerata operazione di accoglienza è cominciata?
 
A tal proposito, alla nostra interrogazione con la quale chiedevamo di poter avere una fotografia circa i reati commessi da persone richiedenti asilo la Regione rispondeva che le questioni di ordine pubblico sono di competenza delle Prefetture e che la Regione "non ritiene di acquisire i dati in quanto non attinenti e rilevanti ai fini delle competenze regionali".
Come fa dunque la Gualmini a sostenere che si sia in presenza di fenomeni residuali e "minimi"  e non si sia invece in presenza di un fenomeno ben più ampio per il quale i sei recenti arresti rappresentano solo la punta dell'iceberg? Come fa, se la Regione non dispone di quei dati?
 
Se la Gualmini è davvero convinta di ciò che afferma, acquisisca i dati dalle Prefetture relativi ai reati commessi dai migranti e li metta a disposizione della comunità per valutare soluzioni efficaci a una accoglienza ormai fuori controllo che ha l'obiettivo solo di ingrossare le tasche dei soggetti che questa accoglienza la gestiscono.
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SICUREZZA. ALLARME PROCURA BOLOGNA, BIGNAMI (FI): "PREOCCUPA INCIDENZA STRANIERI IRREGOLARI SU REATI COMMESSI E CHE LE VITTIME SIANO SPESSO DONNE, REGIONE INTERVENGA"

21 gen. 2016 - Desta "particolare preoccupazione" l’allarme lanciato dalla Procura di Bologna sui fenomeni di criminalità comune quali spaccio e rapine, con dati che parlano di 1.120 casi nel 2015 tra Bologna e provincia. E' inoltre stato registrato "un incremento di episodi in strada le cui vittime sono spesso donne sole, giovani o anziane: nella maggioranza dei casi il rapinatore è individuato come persona di origine magrebina armata di coltello".

È quanto segnala Galeazzo Bignami (Fi) in una interrogazione per chiedere alla Giunta di intervenire, tenendo conto - precisa - che i dati della Procura "sarebbero la fotografia di un fenomeno già da tempo analizzato dal ministero dell'Interno sull'incidenza degli stranieri nei reati per droga e in quelli predatori, di cui dà conto l'ultimo Rapporto sulla criminalità e sicurezza in Italia, datato 2010". "Tali fenomeni - sottolinea- sono sempre stati particolarmente preoccupanti in Italia, sebbene molto spesso ci si ostini a sottovalutarli e a parlare di 'strumentalizzazioni' non appena si prova a fare riferimento alla nazionalità di chi commette tali reati". Secondo il Rapporto, riferisce Bignami, "in alcuni casi l'incidenza degli stranieri su reati predatori suppera addirittura il 50% e sul totale degli stranieri che risultano aver commesso tali reati, circa l’80% sarebbe irregolare e senza permesso di soggiorno". Dunque, secondo il consigliere, "alla luce degli ingressi di numerosi presunti profughi con operazioni quali Mare Nostrum e Frontex è verosimile supporre che tali dati siano addirittura peggiorati e che i reati commessi da stranieri continuino a rappresentare un enorme problema sociale per il nostro territorio".

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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