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Più di 400mila euro per le aree nomadi di rom e sinti. Le priorità della giunta Merola

di Francesco Sassone

 

Più di € 400.000!!! Questo è l’importo che il Comune di Bologna, decidendo di adottare una scellerata legge della Regione Emilia-Romagna, la n.11/2015, spenderà per la costruzione nel quartiere Navile di tre “Nuove Aree sosta nomadi” destinate ai soli nomadi di etnia Rom e Sinti. La brillante idea del Sindaco Merola è quella di arrivare al cosiddetto “superamento del campo nomadi di via Erbosa” che sino a pochi mesi fa conteneva 56 persone di cui 43 adulti, 13 minori suddivisi in 21 nuclei familiari, costruendone ex novo tre più piccoli - nelle intenzioni della amministrazione non potranno contenere più di 15 persone - dotati questa volta, però, di tutti i comfort (allacciamento al sistema fognario cittadino, luce, acqua, zona verde etc etc) dove gli “ospiti” potranno andare con le loro case mobili essendo prevista la realizzazione di comode piazzole di sosta. Il Comune di Bologna, come nelle migliori tradizioni di questa amministrazione, ossia senza consultare ed informare i cittadini interessati, ha già individuato due delle tre zone dove si realizzeranno queste “microaree”. Più precisamente, una sorgerà in via Selva di Pescarola e l'altra in via del Gomito. Quanto alla terza zona, il Comune la sta ancora valutando...sempre e rigorosamente nel riserbo più assoluto. Il Comune afferma che a vivere nelle microaree saranno cittadini italiani di etnia Rom e Sinti che si faranno carico delle spese per le utenze domestiche (acqua e luce) e che dovranno pagare un canone di locazione adeguato al loro reddito. Quello che il Comune invece non spiega è cosa succederà nel caso in cui gli ospiti non rispetteranno queste semplici regole di convivenza civile (pagamento di affitto e bollette). Giova ricordare che in casi analoghi, a farsi carico delle utenze è il Comune di Bologna, ovvero tutti noi bolognesi.

Ancora una volta la Giunta Merola si dimostra incapace di comprendere ed affrontare i veri problemi di  Bologna, con la scusa della ricerca della integrazione della popolazione nomade che non è neanche ben chiaro se vorranno o meno davvero integrarsi, dà vita a politiche esclusivamente assistenziali fini a se stesse e buone solo a ripulirsi la coscienza. Tutto questo, però, non fa altro che acuire le differenze e creare  una nuova discriminazione dove i veri discriminati sono i tanti bolognesi in grave difficoltà economica e sociale che non posso accedere ai servizi sociali (perennemente in carenza di fondi) o sperare che venga loro assegnato un alloggio popolare (sono oltre 5000  le famiglie bolognesi in lista d’attesa da anni), insomma, i soliti cittadini di serie B per i quali esistono solo i doveri, ma non i diritti.

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San Donato, partono le ronde

da: Il Resto del Carlino 21 maggio 2017

Sono partiti alle 21,30, luogo di ritrovo il Dragon pub di via della Repubblica. Una decina, in testa i consiglieri di Forza Italia Galeazzo Bignami, Francesco Sassne e Giulio Favalini (del quartiere San Donato). Divisi in due gruppi, hanno monitorato, per tutta la sera, le zone ‘calde’ del quartiere, in particolare piazza Spadolini e via Galeotti. Una ‘ronda’ contro lo spaccio e la delinquenza, organizzata alla luce degli ultimi fatti di cronaca avvenuti proprio in via San Donato. Ultimo, la rapina in casa di una quarantottenne, avvenuta la sera di giovedì che, solo per pura fortuna, non è sfociata anche in una violenza sessuale. Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione Navile e della compagnia Bologna Centro.

La vittima, minacciata con una siringa da due uomini, è stata spogliata e graffiata, prima di essere derubata di 500 euro e di un anello. Sotto choc, la donna non è riuscita, a caldo, a descrivere i suoi aggressori ai militari dell’Arma. Che indagano a 360 gradi, anche se tra le ipotesi non si esclude che le persone che hanno agito possano essere le stesse che gravitano nella zona. 

Una circostanza che dovrà essere accertata alla luce della testimonianza della stessa quarantottenne, che nelle prossime ore dovrà essere di nuovo sentita dagli inquirenti. La Procura, inoltre, ha intenzione di acquisire da Acer eventuali fotografie e segnalazioni attestanti il degrado nei palazzi della zona. La stessa vittima, nei mesi passati, aveva chiesto all’Azienda per la casa dell’Emilia-Romagna un altro alloggio, preoccupata per la presenza, nel condominio, di delinquenti e spacciatori.

«Prima il pestaggio in piazza Spadolini, ora questa bruttissima storia di violenza: la situazione, in determinate aree di San Donato, è più che preoccupante – commenta il consigliere regionale Galeazzo Bignami –. Per questo abbiamo deciso di fare la nostra piccola parte, con questepasseggiate di controllo del territorio che intendiamo far diventare un appuntamento fisso: è necessario evitare che San Donato si trasformi in una nuova Bolognina, dove situazioni di spaccio, delinquenza e degrado si sono ormai cristallizzate. Oggi, questo quartiere sembra la Bolognina di 12 anni fa: occorre interrompere, prima che sia troppo tardi, questo processo, collaborando al fianco delle forze dell’ordine».

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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