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Ausl Bologna: la Giunta faccia chiarezza sugli incarichi legali

Gli incarichi legali esterni affidati dall’Ausl di Bologna finiscono nel mirino del consigliere regionale di Forza Italia Galeazzo Bignami che ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale. L’atto ispettivo prende spunto da una recente delibera della Corte dei Conti che in relazione all’anno 2015 ha rilevato che nove patrocini esterni su 10 erano stati affidati al medesimo legale per un importo di 121.134,50 euro, mentre nel 2017 sono stati assegnati allo stesso legale 12 patrocini su 16 totali.

La giurisprudenza consolidata in materia, si evidenzia nel documento, ritiene che questa tipologia di incarico “non possa essere oggetto di affidamento diretto, dovendo essere attribuito a seguito di procedura comparativa, aperta a tutti i possibili interessati”.La Corte dei conti, si sottolinea nell’interrogazione, “oltre a invitare l’Ausl Bologna ad attenersi alla normativa ha disposto l’invio della deliberazione alla procura della Corte dei conti per la Regione Emilia-Romagna ‘in relazione agli eventuali profili di danno erariale conseguenti all’affidamento diretto di incarichi di patrocinio legale, deliberati senza che vi sia stata una previa valutazione formalizzata in merito alla possibilità, da parte degli avvocati interni, di svolgere detti patrocini”.

Appare pertanto quantomeno opportuno – dice Bignami - che la Regione Emilia-Romagna chieda chiarimenti sulla vicenda e intervenga, per quanto di competenza, affinché simili situazioni non si verifichino in futuro”. Per questo Bignami chiede alla Giunta di avviare verifiche al riguardo e assumere i relativi provvedimenti oltre a intervenire con strumenti legislativi o linee guida per chiarire definitivamente quale sia l’applicazione corretta della normativa in tema di affidamento di incarichi legali esterni da parte delle Ausl.

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Casi di Tbc a scuola, Bignami: "servono più controlli"

Dopo i casi riscontrati alle Viscardi e l’anno scorso alle Farini il consigliere chiede a Regione e Ausl azioni contro “ritorno malattia che sembrava già debellata”

 

La tubercolosi è una malattia che recentemente sta tornando a manifestarsi in diversi ambiti sociali. Lo scorso 17 ottobre è stato segnalato dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Usl di Bologna un caso in un’alunna della scuola primaria Viscardi mentre l’anno precedente se n’era riscontrato uno alle scuole primarie Farini.

Il consigliere Galeazzo Bignami (Fi) chiede alla giunta se negli istituti scolastici della regione vengono effettuati, con cadenza regolare, “controlli per prevenire eventuali diffusioni di malattie” e, nel caso siano già previsti, “quante volte in un anno scolastico”. Chiede anche quali sono le iniziative che la Regione Emilia-Romagna, con tutti i comuni e le singole Ausl, intende prendere per “contrastare il ritorno di una malattia che sembrava già debellata”. 

Il consigliere domanda anche se prima di ogni anno scolastico la Regione intenda, assieme alle Ausl, predisporre “controlli sanitari sui singoli bambini, rispettive famiglie e personale docente” e se negli istituti scolastici sopracitati fossero state prese misure sanitarie preventive.

Bignami ritiene inoltre che possa essere utile una relazione della giunta “sull’incidenza della TBC in Emilia-Romagna in base ai dati più aggiornati”.

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Oltre 300 firme contro il degrado al Pilastro

da: Il Resto del Carlino 30 luglio 2017

Sono oltre 300 le firme raccolte dalla petizione di Forza Italia contro il degrado al Pilastro. Ieri al banchetto c'erano i consiglieri comunali Marco Lisei e Francesco Sassone e il capogruppo regionale Galeazzo Bignami. "Oltre trecento firme in tre ore al Pilastro per dire basta al degrado, agli zingari, ai clandestini, allo spaccio - ha scritto Bignami su facebook -. Anche nelle periferie che un tempo erano granai di voto per le sinistre la gente dice basta, premiando il nostro impegno. Avanti così, che li mandiamo a casa tutti!"

 

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Bologna, le promesse di Merola già archiviate

di Marco Lisei

Ad un anno dal rinnovo del mandato, Merola continua a mostrare disinteresse verso i problemi che affliggono Bologna. Le promesse della campagna elettorale, infatti, sono già state ampiamente dimenticate, disattese, archiviate. Non mi riferisco certo alla promessa di smettere di fumare se avesse vinto (ha ripreso dopo pochi giorni), ma alla promessa di attenzione alle periferie, di incremento della sicurezza, di lotta al degrado. Dopo un anno di mandato non si registra, infatti, un solo atto amministrativo che mostri un benché minimo segnale di volontà di risolvere questi problemi.

Bologna continua ad essere in testa alle classifiche dei reati compiuti, in molti casi al primo posto. Graffiti e sporcizia continuano a imperversare anche e sopratutto in quelle periferie a cui Merola dice di tenere tanto. Purtroppo, a fronte di livelli di tassazione immutati, anche qui i più alti in Italia, anche nei servizi sono immutati i problemi ormai cronici, continua la discriminazione dei cittadini italiani, fanalino di coda, ad esempio, sia nelle assegnazioni delle case popolari (ben oltre il 50% a stranieri) sia nelle borse lavoro (solo il 30% delle assegnazioni a cittadini italiani). La sanità è finita agli onori della cronaca per le sempre più frequenti congestioni dei pronti soccorsi, causati dai tagli a posti letto e dalle carenze di organici sia medici che infermieristici. In compenso ha pensato di investire nella comunicazione, ha assunto un portavoce, il più pagato in Italia (150.000 € annui) che al momento non ha mai proferito parola ed ha assunto 4 persone in più nell'ufficio stampa. Ha anche pensato alla nostra sicurezza stradale, o meglio, alla sicurezza del proprio bilancio, installando due autovelox (Viale Panzacchi e Via Stalingrado) che stanno fruttando milioni di Euro grazie alla loro "furba" posizione. Ad ogni buon conto, in questo mandato chiunque può lamentarsi di tutto ciò direttamente con il Sindaco, visto che ha promesso di ricevere i cittadini il martedì... peccato che al momento si sia presentato un solo martedì in questo lungo e travagliato anno.

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Islam Bologna. Bignami: Attenzione ai luoghi di culto mascherati da associazioni culturali

Il consigliere azzurro interroga la Regione sull’apertura del nuovo centro in via Emilia Levante: garantire “sicurezza” e “condizioni igienico-sanitarie” adeguate

Limitare il numero di centri islamici che continuano a crescere sul territorio regionale e regolamentare le loro aperture per scongiurare eventuali pericoli legati al degrado degli immobili e alla sicurezza dei cittadini. Lo chiede Galeazzo Bignami (Forza Italia) in un’interrogazione alla Giunta dopo aver appreso la notizia che i lavori per la realizzazione di un centro culturale islamico in via Emilia Levante 11/F a Bologna stanno terminando. Bignami spiega che i residenti sono preoccupati per la “vivibilità e l’ordine pubblico della zona”, e anche per “il deprezzamento delle case e la carenza dei parcheggi”. Non solo, secondo il consigliere, c’è il rischio che questi centri, “che nascono spesso come come Associazioni di promozione sociale per avvalersi di agevolazioni e privilegi”, diventino “veri e proprio luoghi di culto mascherati senza rispettare gli obblighi urbanistici, strutturali, di sicurezza e igienico-sanitari” degli edifici religiosi. 

Bignami esorta quindi la Regione a controllare il nuovo centro di via Emilia Levante sia per garantire il rispetto del numero di frequentatori, sia per “non creare ripercussioni sulla vivibilità della zona” e sincerarsi che “l’attività di culto svolta in tale spazio rimanga secondaria rispetto all’attività dell’Associazione”.  

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Spacciatore coinvolto in un tirocinio finanziato dalla Regione, Giunta riferisca

“Evitare che attività sostenute con fondi pubblici siano aperte anche a soggetti che spacciano morte nelle nostre città”

 
Il caso di un diciannovenne ghambiano che, secondo quanto riportato da un quotidiano locale di Bologna, sarebbe stato “sottoposto a sei arresti e tre condanne nel volgere di pochi mesi per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti” è oggetto di una interrogazione presentata in Regione da Galeazzo Bignami (Fi).

“Il ragazzo, recentemente scarcerato, in ragione di una applicazione rigorosa della normativa che di fatto si traduce in una tutela esasperata anche per soggetti già riconosciuti colpevoli di condotte penalmente rilevanti”, – commenta Bignami – sarebbe stato coinvolto “in un tirocinio finanziato dalla Regione presso una cooperativa, evidentemente a seguito della scarcerazione”.

L’esponente di Forza Italia chiede pertanto informazioni sul tipo di tirocinio e le sue finalità, se il progetto comporti un riconoscimento di danaro ai partecipanti. E ancora: quale sia la cooperativa in cui si svolge l’attività e se la stessa cooperativa sia tenuta a dare conto del registro delle presenze. In caso affermativo Bignami domanda se il ragazzo in questione sia risultato presente alle varie fasi del tirocinio e con che frequenza.

Da ultimo Bignami vuole sapere se la Regione intenda attivare forme di controllo “per evitare che tirocini finanziati con soldi pubblici siano aperti anche a soggetti che spacciano morte per le strade delle nostre città”.

“Al di là degli stretti obblighi di legge, – osserva il consigliere- si rende quanto meno opportuno che la Regione agisca esercitando un controllo costante e concreto anche in ordine alla frequenza, alla presenza e alla effettiva utilità di tali strumenti che diversamente rischiano di tradursi in una mera foglia di fico per accedere a misure alternative al carcere o a pseudo progetti di reinserimento, finalizzati in realtà ad altro”.

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Lavoro, Bignami interroga la Giunta su incarichi affidati a docenti Università Bologna

Galeazzo Bignami (Fi), in un’interrogazione rivolta alla Giunta, chiede se un professore, “ordinario di Diritto del lavoro all’Università di Bologna, abbia avuto nel periodo 2002-2017 incarichi o contratti a qualsiasi titolo con l’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro, ente regionale soppresso nel 2005, con la Regione Emilia-Romagna e con la neonata Agenzia regionale per il Lavoro”.

In caso di risposta affermativa, il consigliere vuole conoscere dettagliatamente la natura degli incarichi e/o dei contratti, il riferimento preciso degli atti, le motivazioni di volta in volta addotte per giustificarli e vuole sapere se il docente, nello stesso lasso di tempo, fosse “componente o presidente della consulta giuridica della Camera del Lavoro di Bologna e/o del sindacato Cgil regionale”.

Altre richieste: se nel medesimo arco temporale e in vigenza di contratti e/o incarichi presso le strutture regionali, il docente abbia avuto anche incarichi di docenza dalla Regione, dalle citate Agenzie e/o da enti di formazione finanziati da risorse del Fondo sociale europeo e se siano state affidate a un altro professore, associato di Diritto del Lavoro nella stessa Università bolognese, docenze a corsi di formazione connesse alla soppressa direzione generale Cultura, formazione e lavoro, con l’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro, anch’essa soppressa, e con l’Agenzia regionale per il Lavoro.

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ECCO LA SANITA’ DI ECCELLENZA: 13.000 BOLOGNESI IN ATTESA DI UN INTERVENTO

Pubblicata sul “Carlino” la nostra inchiesta sulla qualità della Sanità a Bologna e in Regione che dimostra come il PD altro non faccia che tagliare i costi sulla pelle dei cittadini. Sono quasi 13.000 i bolognesi in attesa di un intervento chirurgico. E dopo la nostra denuncia arrivano dati allarmanti, con persone che si sono visti fissare gli interventi anche ad un anno e mezzo di distanza. 

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PARCHEGGI RISERVATI AI DIRIGENTI DEL SANT'ORSOLA? BIGNAMI: "BENEFIT DA LIMITARE"

Il consigliere segnala disparità di trattamento e chiede se “non sia più in linea con le politiche di sostenibilità ambientale” un abbonamento bus Tper per il personale, invece che “far dilazionare in due comode rate annuali la sosta dei direttori”

Permessi bianchi per il posteggio dell’auto in tutte le aree del Policlinico S.Orsola-Malpighi a 400 euro l’anno (rateizzabili) e permessi arancioni per tutta l’area del Padiglione Albertoni a 200 euro (sempre rateizzabili) riservati ai Direttori e ai redditi più elevati del Policlinico, quando la sosta a pagamento per il personale dipendente nel parcheggio Sipa di via Albertoni costerebbe annualmente 1.053 euro. Galeazzo Bignami (Forza Italia) interroga la Giunta per chiedere se non sia “professionalmente discriminatorio offrire un tale vantaggio sia economico che di comodo” ai direttori e dirigenti pubblici e come questo “benefit possa essere regolamentato, limitato e rendicontato”.

Il consigliere ricorda che l’area di sosta del Policlinico, privata ma aperta al pubblico, è gestita dalla stessa azienda ospedaliera, e i proventi derivanti dal pagamento dovrebbero essere utilizzati, così come comunicato dall’azienda, per “incentivare maggiormente il personale all’uso del mezzo pubblico condiviso e/o l’uso di mezzi a emissioni zero”. Il personale dipendente e convenzionato con l’Università di Bologna può invece sostare gratuitamente nelle aree dedicate con un permesso grigio/argento, ma questo non viene rilasciato a chi ha un contratto atipico (co.co.co, prestazione d’opera intellettuale…), e nemmeno a borsisti e ai liberi professionisti. Inoltre da settembre 2016 il parcheggio sotterraneo del Polo cardio-toraco- vascolare costa a tutti i dipendenti almeno 1 euro al giorno, e 1,5 euro al giorno al personale medico e non medico.

Il consigliere domanda anche “se sia coerente con il regolamento aziendale” il fatto che l’ex e l’attuale direttore sanitario abbiano avuto in dotazione il permesso grigio del personale dipendente convenzionato, nonostante i liberi professionisti e contratti atipici non lo abbiano.

Bignami chiede infine se “non sia più in linea con le politiche di sostenibilità ambientale e di promozione del mezzo pubblico” offrire agli operatori e dipendenti la possibilità di sottoscrivere con l’azienda un abbonamento autobus Tper, invece che “far dilazionare in due comode rate i pagamenti annuali dei permessi sosta dei direttori”.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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