“I CITTADINI DI VALSAMOGGIA CHIEDONO PIU’ SICUREZZA: SAREMO SEMPRE DALLA PARTE DI CHI SI DIFENDE”
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Tagli fusioni, Bignami: "sorte annunciata”
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Una sorte annunciata. Lo avevamo detto e ribadito in ogni sede che i contributi statali per le fusioni non erano certi, che la legge non prevedeva alcun accantonamento nei bilanci e alcun vincolo di impegno futuro. Lo avevamo previsto e ci tacciavano di falsità. Invece questo era uno degli aspetti più critici delle fusioni. Attraverso le campagne referendarie si sbandieravano risorse certe per dieci anni e oggi, invece, ci troviamo di fronte al taglio di 5,7 milioni di euro solo per l’Emilia-Romagna.
Certo, adesso fa sorridere (anzi dovrebbe far piangere) che la Regione, con Bonaccini e l’assessore Petitti, cerchino di arrampicarsi sugli specchi, dopo aver raccontato che le fusioni avrebbero fatto piovere contributi a volontà. La realtà è che la legge è sempre stata chiara e non dava alcuna certezza su quei finanziamenti. Adesso ci sarà la corsa alle giustificazioni più disparate, ma la verità è che la Regione Emilia Romagna ha scatenato una “corsa alle fusioni” su presupposti inesatti e creando, in questo modo, condizioni di grande criticità per i comuni nati da fusione. Tra quelli che subiranno i tagli, anche Alto Reno Terme e Valsamoggia. E, dalle cifre che cominciano ad arrivare, sembrano essere tagli notevoli. La Regione si passi una mano sulla coscienza e la smetta, definitivamente, di proporre fusioni calate dall’alto e che non risolvono i problemi dei piccoli Comuni.
Galeazzo Bignami, deputato per Forza Italia
Marta Evangelisti, consigliere Alto Reno Terme
Valsamoggia, osservatorio fusioni "solo un grande flop"
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“Un libro dei sogni quello scritto dal sindaco di Valsamoggia nel quale non esistono criticità, dubbi, problematiche derivanti dalla fusione. Una visione assolutamente parziale che non fotografa minimamente la realtà”. Così il capogruppo regionale di FI interviene sulle dichiarazioni di Ruscigno, definite “eccessivamente entusiastiche” sul bilancio previsionale 2018-2020 del Comune di Valsamoggia.
“In realtà – dice Bignami – si tratta di un bilancio senza nessun carattere di positiva straordinarietà. La tassazione per i cittadini continua a rimanere invariata quando la promessa era stata quella di una progressiva diminuzione, i famosi 20 milioni di investimenti vengono riproposti nel piano di anno in anno, aumentano i proventi da sanzioni e calano i trasferimenti all’azienda che si occupa di servizi sociali”. “Ma soprattutto – chiede Bignami – siamo proprio sicuri che questa fusione abbia portato tutti questi benefici e che la popolazione sia contenta?”
“A oggi, infatti, l’Osservatorio regionale sulle fusioni risulta essere solo un grande flop – tuona il consigliere -. Qualche documento, pochi dati numerici, messi a disposizione dai sindaci pro fusione. Nessuna nota negativa, nessuna indagine dell’impatto sulla tassazione nel post fusione, nessun sondaggio tra la popolazione sulla percezione della qualità dei servizi”.
I documenti messi a disposizione per il famoso monitoraggio che avrebbe dovuto evidenziare anche criticità e lacune in Valsamoggia a seguito della fusione? “Una scheda informativa del sindaco, una rendicontazione dei contributi 2015, una relazione sui contributi 2016, il regolamento sui municipi – che tra l’altro non sono mai decollati -, una guida ai servizi e agli sportelli per i cittadini. E questo dovrebbe servire per operare una valutazione obiettiva degli effetti della fusione?”
Di tutto questo Bignami intende chiedere conto alla Regione con una dettagliata interrogazione alla Giunta. “Vogliamo sapere in che modo si intenda garantire un reale funzionamento di tale Osservatorio – dice Bignami – e se si intenda, ad esempio, iniziare ad acquisire anche contributi critici come quelli dei gruppi consiliari di opposizione o dei comitati territoriali”.
Bignami chiede inoltre alla Giunta “se si intenda, in maniera terza e imparziale, indagare la percezione della qualità dei servizi nel Comune di Valsamoggia a seguito della fusione e, in particolare, nei territori degli ex Comuni nei quali prevalse il ‘no’ al referendum per valutare, a distanza di cinque anni, se la contrarietà alla fusione si sia rafforzata o si sia affievolita” e infine “se si intenda indagare il “peso” nei bilanci comunali dei Comuni nati a seguito di fusione dei contributi statali e regionali e provare a redigere, in maniera autonoma e imparziale, simulazioni sulla tenuta della macchina amministrativa all’esaurirsi di tali risorse”.