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Foreign Fighters: Bignami interroga il Governo

Il fenomeno dei foreign fighters è oggetto di una interrogazione rivolta al Ministero dell’Interno da parte del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami.

“Negli ultimi anni diversi sono stati i casi di arresti e di espulsione in riferimento alla pericolosità dei soggetti messi in relazione con il terrorismo di matrice islamica – spiega Bignami -. Una delle ultime stime, da fonti di stampa e articoli reperibili in rete parlerebbe di 125 foreign fighters partiti dall’Italia: la maggioranza sarebbe costituita da stranieri partiti dal territorio nazionale o che hanno, in qualche modo, avuto a che fare con il nostro Paese”.

In diverse occasioni, inoltre, si legge nell’atto ispettivo, “sulla stampa locale e nazionale, sono state riportate notizie relative ai livelli di guardia notevolmente innalzatisi rispetto ai detenuti di fede islamica e a ogni possibile segnale di radicalismo, soprattutto in considerazione del fatto che una significativa percentuale della popolazione carceraria italiana proviene da Stati nei quali la religione prevalente è quella islamica”. E ancora: “In relazione al rischio di radicalizzazione all’interno delle carceri italiane, già all’inizio del 2017 il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria aveva stilato un elenco per gli agenti dei comportamenti da considerare come “campanelli d’allarme”: ciò anche a seguito degli attentati di Parigi e di Berlino quando alcuni detenuti, in alcune carceri d’Italia, erano stati notati mentre esultavano per le stragi”.

Il deputato di Forza Italia cita anche le dichiarazioni di Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo alla George Washington University il quale avrebbe analizzato i dati relativi ad arresti, espulsioni e foreign fighters notando che l’Emilia-Romagna, insieme a Lombardia e Veneto presenterebbe i numeri più alti, in primo luogo perché si tratta delle Regioni più popolose d’Italia e poi perché la potenziale presenza di reti di radicalizzazione attira inevitabilmente soggetti interessati a farne parte.

Bignami chiede dunque “se il Ministero abbia conoscenza della presenza, consistenza numerica e dislocazione sul territorio nazionale di sospetti foreign fighters e quali siano i dati aggiornati”, “se sia stato promosso o si intenda promuovere uno studio sui potenziali centri di radicalizzazione in Italia, sulla loro dislocazione e sulle loro caratteristiche”, “quali misure si intenda adottare per contrastare fenomeni di radicalizzazione all’interno delle carceri e in altri luoghi considerati sensibili”.

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LA REGIONE EMILIA ROMAGNA DICE "NO" ALLA LOTTA AL TERRORISMO

A seguito dei vari casi di espulsione di presunti terroristi dal nostro territorio regionale, avevo ritenuto opportuno presentare un progetto di legge per istituire l'albo degli Imam, sostenuto anche da Lega Nord e Fratelli d'Italia.

Vi spiego meglio. L'Imam, nella religione islamica, è colui che guida la preghiera. Sul territorio regionale, ogni anno, transitano tantissimi Imam in quelle strutture che, sotto il nome di "centri culturali islamici", nascondono vere e proprie moschee, spesso anche violando le più comuni norme urbanistiche.

Questi Imam arrivano da ogni parte del mondo. Predicano in arabo e non sappiamo cosa predichino di fatto. Non sappiamo se siano invitati per incitare alla "guerra santa" contro gli infedeli occidentali oppure no.

L'albo degli Imam doveva avere la funzione di raccogliere i nomi di coloro che guidano la preghiera in questi centri culturali e anche di coloro che vengono invitati da fuori. Gli Imam iscritti all'albo avrebbero dovuto dimostrare di avere una specifica formazione e di non avere legami con il terrorismo. Voglio giusto ricordare che nella moschea di Imola, pochi mesi or sono, fu invitato un certo "Musa Cerantonio", un Imam che poi si è scoperto essere uno dei maggiori predicatori dell'ISIS a livello internazionale. Ma questi sono certamente piccoli dettagli.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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