Baricella, "l'ampliamento della discarica contrasta con il Piano rifiuti regionale"
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“Sono diversi gli aspetti che mi preoccupano di questa vicenda. Innanzitutto l'assoluta mancanza di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza che anzi si trova oggi a dover fronteggiare una situazione che qualcuno vorrebbe invece spacciare per dato acquisito. Al contrario, se davvero la Regione e il Comune sono convinti della sostenibilità e della importanza dell'intervento, cosa di cui dubitiamo, è bene che la popolazione sia coinvolta e resa davvero partecipe di questa decisione. Per questo riteniamo necessario ripartire da zero nella discussione, riaprire un confronto con la popolazione e anche valutare che questo ampliamento non venga realizzato. Questo anche in ragione dell'evidente contrasto che il progetto suscita con il Piano Rifiuti della Regione la quale fin dall'inizio legislatura aveva parlato di una riduzione delle aree dedicate a discarica, cosa che la vicenda di Baricella invece, se realizzata, smentirebbe. Auspico quindi che la Regione decida di prendere in mano la questione, anche in ragione della assenza dell'Amministrazione Comunale che si sta sottraendo colpevolmente ad un dialogo quanto mai necessario con la popolazione”. E’ questo il commento del consigliere regionale di Forza Italia Galeazzo Bignami sul tema dell’ampliamento della discarica di Baricella che sta seguendo ormai da diverso tempo.
ATTO ISPETTIVO IN REGIONE. Proprio questa mattina, tra l’altro, il consigliere Bignami ha depositato una nuova interrogazione alla Giunta con la quale si pongono diversi quesiti anche di carattere tecnico relativamente a un progetto che tanti malumori sta creando sul territorio e la cui procedura di VIA è partita mesi or sono per la realizzazione di un impianto per rifiuti speciali.
Il consigliere in particolare chiede “in che modo e con quali modalità di calcolo e di analisi sia stato aggiornato il nuovo fabbisogno di smaltimento di rifiuti speciali e a quanto ammonterebbe, in termini di tonnellaggio, tale fabbisogno (sia per quelli pericolosi che non pericolosi)”; se non si ritenga che sussistano delle incongruenze tra il concetto di “ampliamento” della discarica di Baricella e il contenuto del progetto stesso che possa potenzialmente mettere in discussione la validità della procedura di VIA attualmente in corso; se non si ritenga che la eventuale riapertura di un impianto quale quello di Baricella, inattivo da anni, possa costituire un precedente sul quale riflettere e interrogarsi, poiché apparirebbe in contrasto con gli obiettivi legati alla consistente riduzione delle discariche (o quantomeno alla non apertura di nuove discariche) annunciato dalla Regione in occasione dell’approvazione del Piano rifiuti.
Il consigliere, nell’illustrare il “caso Baricella”, riprende alcuni stralci della relazione tecnica generale. Il progetto prevedrebbe “la realizzazione di una nuova discarica per rifiuti non pericolosi in adiacenza alla discarica esistente, esaurita”. Il fatto che, rileva Bignami, “un impianto sia realizzato in adiacenza al precedente non significa però che si sia automaticamente in presenza di un’operazione di ampliamento anche in considerazione del fatto che l’impianto, prima contemplato dal Piano rifiuti provinciale (e poi regionale), con il nuovo progetto uscirebbe dalla pianificazione per la nuova tipologia di rifiuti che dovrebbe accogliere” (ovvero rifiuti speciali che di norma non sarebbero pianificabili).
Una situazione confermata dall’assessorato competente che, in una risposta a una precedente interrogazione, aveva affermato non solo che la gestione di rifiuti speciali non può essere pianificata ma anche che, di recente, il fabbisogno di smaltimento di tali rifiuti è stato aggiornato e che si è evidenziato un ulteriore fabbisogno rispetto a quello precedentemente stimato.
Secondo Bignami, in ogni caso, l’eventuale riapertura del sito di Baricella risulterebbe quantomeno “incongruente”, oltre che costituire un precedente sul quale interrogarsi seriamente alla luce di un Piano rifiuti che avrebbe dovuto fortemente ridurre la presenza di discariche sul territorio. “La presunta svolta verde della Regione Emilia-Romagna che mirava a portare la raccolta differenziata al 73%”, sottolinea Bignami, “appare piuttosto inverosimile se, per contro, non si ha la possibilità di pianificare l’ingresso di rifiuti speciali, i cui impianti non sembrano nemmeno apparire nel Piano rifiuti e se è possibile riaprire siti chiusi da anni”.