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"No alla microaree per nomadi", cittadini in fila per firmare

Sono state oltre 500 le firme raccolte nella mattinata del 28 ottobre in via Cà Bianca per dire “no” alla realizzazione delle microaree per ‘nomadi’ in via del Gomito e della Selva Pescarola, nel quartiere Navile. Firme che, insieme a quelle raccolte nelle settimane scorse, danno un totale di circa 2000 sottoscrizioni.

“Tutto ciò è lo specchio dell’assenteismo dell’amministrazione che non ha informato i cittadini di quanto sta accadendo - spiega il consigliere comunale di FI Francesco Sassone -. E le tante sottoscrizioni dimostrano che questo progetto non solo non è accettato ma non è nemmeno la soluzione per superare le grandi aree sosta. Le microaree non fanno integrazione ma producono solo privilegi per chi non ha mai nemmeno fatto lo sforzo di integrarsi realmente”.

“Inseguendo l’utopia di tutelare la popolazione nomade per oltre 20 anni – aggiunge il capogruppo di Fi in Comune Marco Lisei - l’amministrazione ha mantenuto a nostre spese dei cittadini italiani e bolognesi solo sul presupposto di un loro presunto nomadismo. In realtà queste persone non sono nomadi perché da oltre 20 anni risiedono nello stesso luogo. L’amministrazione pertanto ha creato un vero e proprio privilegio sperperando milioni di euro per pagare loro luce, gas e assistenza”.

“Riteniamo grave che il comune abbia cercato di realizzare le aree sosta senza una preventiva informazione rivolta alla cittadinanza – conclude il capogruppo di FI in Regione Galeazzo Bignami - che si è trovata a fare i conti con una brutta sorpresa che impatta su un territorio già fortemente gravato da situazioni di degrado e insicurezza. Un degrado che va esteso a temi come il traffico pesante, l’inquinamento determinato dalla vicinanza all’aeroporto e una situazione di sostanziale abbandono da parte dell’amministrazione. L’ipotesi di realizzare campi nomadi qui costituirebbe l’ennesimo peso che l’amministrazione andrebbe ad accollare a questo territorio e ciò per noi è assolutamente inaccettabile. Giusto e doveroso quindi che Forza Italia si metta a disposizione dei tanti cittadini che in questi giorni hanno firmato la richiesta per non dare corso a progetti che si sono già rivelati fallimentari in realtà come Modena, dove numerosi sono stati gli interventi della Polizia nelle microaree”.

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Più di 400mila euro per le aree nomadi di rom e sinti. Le priorità della giunta Merola

di Francesco Sassone

 

Più di € 400.000!!! Questo è l’importo che il Comune di Bologna, decidendo di adottare una scellerata legge della Regione Emilia-Romagna, la n.11/2015, spenderà per la costruzione nel quartiere Navile di tre “Nuove Aree sosta nomadi” destinate ai soli nomadi di etnia Rom e Sinti. La brillante idea del Sindaco Merola è quella di arrivare al cosiddetto “superamento del campo nomadi di via Erbosa” che sino a pochi mesi fa conteneva 56 persone di cui 43 adulti, 13 minori suddivisi in 21 nuclei familiari, costruendone ex novo tre più piccoli - nelle intenzioni della amministrazione non potranno contenere più di 15 persone - dotati questa volta, però, di tutti i comfort (allacciamento al sistema fognario cittadino, luce, acqua, zona verde etc etc) dove gli “ospiti” potranno andare con le loro case mobili essendo prevista la realizzazione di comode piazzole di sosta. Il Comune di Bologna, come nelle migliori tradizioni di questa amministrazione, ossia senza consultare ed informare i cittadini interessati, ha già individuato due delle tre zone dove si realizzeranno queste “microaree”. Più precisamente, una sorgerà in via Selva di Pescarola e l'altra in via del Gomito. Quanto alla terza zona, il Comune la sta ancora valutando...sempre e rigorosamente nel riserbo più assoluto. Il Comune afferma che a vivere nelle microaree saranno cittadini italiani di etnia Rom e Sinti che si faranno carico delle spese per le utenze domestiche (acqua e luce) e che dovranno pagare un canone di locazione adeguato al loro reddito. Quello che il Comune invece non spiega è cosa succederà nel caso in cui gli ospiti non rispetteranno queste semplici regole di convivenza civile (pagamento di affitto e bollette). Giova ricordare che in casi analoghi, a farsi carico delle utenze è il Comune di Bologna, ovvero tutti noi bolognesi.

Ancora una volta la Giunta Merola si dimostra incapace di comprendere ed affrontare i veri problemi di  Bologna, con la scusa della ricerca della integrazione della popolazione nomade che non è neanche ben chiaro se vorranno o meno davvero integrarsi, dà vita a politiche esclusivamente assistenziali fini a se stesse e buone solo a ripulirsi la coscienza. Tutto questo, però, non fa altro che acuire le differenze e creare  una nuova discriminazione dove i veri discriminati sono i tanti bolognesi in grave difficoltà economica e sociale che non posso accedere ai servizi sociali (perennemente in carenza di fondi) o sperare che venga loro assegnato un alloggio popolare (sono oltre 5000  le famiglie bolognesi in lista d’attesa da anni), insomma, i soliti cittadini di serie B per i quali esistono solo i doveri, ma non i diritti.

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MICROAREE PER NOMADI: ECCO COSA CI ASPETTA

Numeri alla mano il consigliere Galeazzo Bignami dimostra perché la nuova legge regionale non potrà mai essere efficace e non contribuirà all’integrazione di rom e sinti.

Di recente la Regione Emilia-Romagna ha approvato la legge per l’integrazione di rom e sinti individuando nelle microaree la soluzione a un problema annoso legato all’esistenza dei campi nomadi. Lei che idea ha al riguardo?

Quando è stata approvata la legge sulle microaree, le quali sono state prospettate come ‘panacea’ al problema di integrazione di rom e sinti, ci si è dimenticati di verificare la situazione già sperimentata nel modenese legata appunto alla realizzazione di alcune microaree che risale ormai al 2007. Otto anni dunque che avrebbero consentito di avere un quadro della situazione prima di andare ad approvare una legge che indicasse proprio nelle microaree la soluzione abitativa più adeguata per persone che, evidentemente, hanno poca voglia di integrarsi. Noi abbiamo chiesto alla Regione un quadro dettagliato proprio sulle microaree modenesi.

E cosa è emerso?

E’ emerso che le microaree nella zona di Carpi sono attualmente 16 e ospitano 74 famiglie pari a 273 persone. E’ già evidente la circostanza che il grande campo nomadi di via Baccelliera (che indubbiamente andava chiuso) è stato in realtà “frammentato” creando sedici aree, presumibilmente destinate a verde pubblico, sulle quali vivono queste famiglie.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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