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MOSCHEA A BOLOGNA? BIGNAMI (FI): “PERMUTA INACCETTABILE, DAREMO BATTAGLIA”

“Questa permuta è uno sfregio alla Città di Bologna e ha un solo evidente scopo: consentire alla comunità islamica in un futuro nemmeno tanto lontano di realizzare la moschea con tanto di Minareto. Questo del resto era l’obiettivo che Merola aveva dichiarato fin dal 2016. Noi ci opporremo in tutti i modi e con tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione, insieme ai consiglieri comunali Marco Lisei e Francesco Sassone e a chi, come noi, pensa che questa non possa essere una priorità per la Città di Bologna, soprattutto in assenza di una Intesa con lo Stato Italiano e quindi senza una regolamentazione chiara che, guarda caso, manca ancora solo per la religione islamica”.

Parole dure quelle del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami che commenta così la decisione del Comune di Bologna di acquisire un’area di 6587 mq in via Felsina cedendo in cambio, all’ente di gestione dei beni islamici in Italia il diritto di superficie per 99 anni del centro di cultura islamica di via Pallavicini.

“Interventi di questo tipo – prosegue Bignami – devono passare da una Intesa, da una legge dello Stato ai sensi della nostra Costituzione. Non ci possono essere favoritismi e corsie preferenziali. La realtà è che la comunità islamica non riesce a mettersi d’accordo nemmeno al suo interno perché non c’è chiarezza sul ruolo della donna, sui principi di democrazia ed emancipazione e su tanti aspetti e valori della nostra società che si vorrebbero derogare. Il Comune di Bologna, il 31 luglio, a pochi giorni dalla chiusura delle attività istituzionali, vorrebbe propinare e magari far passare sotto silenzio e senza troppo clamore una decisione che non credo sia unanimemente condivisa dalla Città. Noi ci opporremo e a questa decisione daremo battaglia”. 

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Foreign Fighters: Bignami interroga il Governo

Il fenomeno dei foreign fighters è oggetto di una interrogazione rivolta al Ministero dell’Interno da parte del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami.

“Negli ultimi anni diversi sono stati i casi di arresti e di espulsione in riferimento alla pericolosità dei soggetti messi in relazione con il terrorismo di matrice islamica – spiega Bignami -. Una delle ultime stime, da fonti di stampa e articoli reperibili in rete parlerebbe di 125 foreign fighters partiti dall’Italia: la maggioranza sarebbe costituita da stranieri partiti dal territorio nazionale o che hanno, in qualche modo, avuto a che fare con il nostro Paese”.

In diverse occasioni, inoltre, si legge nell’atto ispettivo, “sulla stampa locale e nazionale, sono state riportate notizie relative ai livelli di guardia notevolmente innalzatisi rispetto ai detenuti di fede islamica e a ogni possibile segnale di radicalismo, soprattutto in considerazione del fatto che una significativa percentuale della popolazione carceraria italiana proviene da Stati nei quali la religione prevalente è quella islamica”. E ancora: “In relazione al rischio di radicalizzazione all’interno delle carceri italiane, già all’inizio del 2017 il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria aveva stilato un elenco per gli agenti dei comportamenti da considerare come “campanelli d’allarme”: ciò anche a seguito degli attentati di Parigi e di Berlino quando alcuni detenuti, in alcune carceri d’Italia, erano stati notati mentre esultavano per le stragi”.

Il deputato di Forza Italia cita anche le dichiarazioni di Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo alla George Washington University il quale avrebbe analizzato i dati relativi ad arresti, espulsioni e foreign fighters notando che l’Emilia-Romagna, insieme a Lombardia e Veneto presenterebbe i numeri più alti, in primo luogo perché si tratta delle Regioni più popolose d’Italia e poi perché la potenziale presenza di reti di radicalizzazione attira inevitabilmente soggetti interessati a farne parte.

Bignami chiede dunque “se il Ministero abbia conoscenza della presenza, consistenza numerica e dislocazione sul territorio nazionale di sospetti foreign fighters e quali siano i dati aggiornati”, “se sia stato promosso o si intenda promuovere uno studio sui potenziali centri di radicalizzazione in Italia, sulla loro dislocazione e sulle loro caratteristiche”, “quali misure si intenda adottare per contrastare fenomeni di radicalizzazione all’interno delle carceri e in altri luoghi considerati sensibili”.

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Islam Parma. Bignami interviene sul caso della donna spostata di stanza in ospedale

Il capogruppo regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, interviene con un’interrogazione alla Giunta regionale, sul caso dell’anziana ricoverata all’Ospedale Maggiore di Parma e trasferita di stanza dopo le lamentele di una donna, di religione islamica (in stanza con lei per accudire la figlia), che ha rifiutato la presenza del figlio dell’89enne durante la notte.

"Fermo restando che, nel caso di specie, evidentemente i medici hanno agito per riportare la serenità e gestire una situazione di conflitto - scrive Bignami - appare opportuno interrogarsi sulla vicenda e aprire una riflessione poiché è indubbio che il diritto a professare la propria religione non può però ledere la libertà altrui in particolare quando si tratta di assistere un proprio familiare all’interno di una pubblica struttura. Il dibattito su tali tematiche si ripropone periodicamente ed è doveroso che la Regione lo affronti in modo compiuto dato che, in questo caso, è stata coinvolta una famiglia italiana la cui parente, anziana, ha comunque dovuto subire il fastidio di un trasferimento da una stanza all’altra per “venire incontro” a richieste di carattere religioso e culturale che non trovano minimamente riscontro nella nostra società laica".

Un’ipotesi – suggerisce – potrebbe essere quella di mettere a punto delle linee guida regionali “che chiariscano il pieno diritto del paziente di farsi assistere da un familiare, uomo o donna che sia, e il pieno rispetto del principio della laicità dello Stato all’interno dei luoghi di cura e, in primis, degli ospedali”.

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Contrasto al radicalismo religioso, Forza Italia presenta progetto di legge

“Una proposta di legge di buon senso che vada al di là delle ideologie e dica con chiarezza che professare in Italia la propria religione è sì un diritto ma da esercitarsi nel rispetto dei valori della nostra Repubblica”. Così Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi del gruppo Forza Italia Regione Emilia-Romagna annunciano il progetto di legge “Norme per la promozione della libertà di culto” depositato ieri presso gli uffici competenti.

“Il diritto a professare la propria fede nella nostra società democratica deve compiersi nel rispetto della laicità dello Stato – proseguono i consiglieri -. Un diritto da intendersi in senso ampio anche come diritto a scegliere liberamente e senza imposizione il proprio credo che deve attenere alla sfera spirituale della persona e della collettività, contrastando i fenomeni di radicalismo, fanatismo e fondamentalismo religioso”.

Per questo il progetto di legge mira a promuovere principi universali molti dei quali già sanciti, a livello nazionale, dalle Intese stabilite da numerose confessioni religiose con lo Stato Italiano e, di recente, anche dal “Patto per un Islam Italiano” sottoscritto tra lo Stato e alcune rappresentanze delle comunità musulmane. Tra gli impegni chiesti alla Regione infatti figura quello di “contrastare i fenomeni di imposizione del credo e dei riti e delle pratiche ad esso connessi”, di “scoraggiare l’apertura di luoghi di culto abusivi”, “promuovere l’autodeterminazione delle donne e la parità di genere attraverso la rimozione di condizionamenti di carattere religioso” ma anche quello di “favorire la conoscenza del fenomeno religioso e della storia delle religioni nelle scuole superiori e nelle Università”.

Tra le novità introdotte dal progetto di legge il censimento dei luoghi di culto o delle sale adibite ad attività religiose ad opera dei Comuni o delle Unioni comunali “a fini di studio, di ricerca, di statistica e di elaborazione di progetti e politiche di integrazione” e la certificazione che il Comune deve rilasciare sul rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza dei locali adibiti a tali attività. In particolare, si inserisce anche l’obbligo del Comune di certificare la capienza massima consentita dei locali adibiti alla preghiera “calcolata anche in relazione alla disponibilità di spazi da adibire a parcheggio, alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria e alle strade di collegamento presenti nell’area interessata”. In più, vengono previste anche forme incentivanti per progetti legati al censimento e alla mappatura dei luoghi di culto.

“Con questa proposta intendiamo sottoporre a norme chiare e trasparenti le tante situazioni non conformi che ancora esistono sul nostro territorio. Ci auguriamo che la Regione voglia aprire una riflessione in tal senso e che non si sottragga al confronto bocciando il progetto senza discussione”, concludono Bignami e Aimi.

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Islam Bologna. Bignami: Attenzione ai luoghi di culto mascherati da associazioni culturali

Il consigliere azzurro interroga la Regione sull’apertura del nuovo centro in via Emilia Levante: garantire “sicurezza” e “condizioni igienico-sanitarie” adeguate

Limitare il numero di centri islamici che continuano a crescere sul territorio regionale e regolamentare le loro aperture per scongiurare eventuali pericoli legati al degrado degli immobili e alla sicurezza dei cittadini. Lo chiede Galeazzo Bignami (Forza Italia) in un’interrogazione alla Giunta dopo aver appreso la notizia che i lavori per la realizzazione di un centro culturale islamico in via Emilia Levante 11/F a Bologna stanno terminando. Bignami spiega che i residenti sono preoccupati per la “vivibilità e l’ordine pubblico della zona”, e anche per “il deprezzamento delle case e la carenza dei parcheggi”. Non solo, secondo il consigliere, c’è il rischio che questi centri, “che nascono spesso come come Associazioni di promozione sociale per avvalersi di agevolazioni e privilegi”, diventino “veri e proprio luoghi di culto mascherati senza rispettare gli obblighi urbanistici, strutturali, di sicurezza e igienico-sanitari” degli edifici religiosi. 

Bignami esorta quindi la Regione a controllare il nuovo centro di via Emilia Levante sia per garantire il rispetto del numero di frequentatori, sia per “non creare ripercussioni sulla vivibilità della zona” e sincerarsi che “l’attività di culto svolta in tale spazio rimanga secondaria rispetto all’attività dell’Associazione”.  

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ISLAM. BIGNAMI-AIMI (FI): FENOMENO FOREIGN FIGHTERS, COSA SA LA REGIONE?

"Politiche per evitare radicalizzazioni all'interno dei centri culturali islamici"


Sospetti  foreign  fighter  in  Emilia  Romagna?  Galeazzo  Bignami  e  Enrico  Aimi  (Fi),  con una  interrogazione alla Giunta, chiedono alla Regione se se ne conoscono consistenza numerica e dislocazione sul territorio.

"Diversi- rilevano i consiglieri- i casi di arresti e di espulsione in riferimento alla pericolosità dei soggetti messi in relazione con il terrorismo di matrice islamica nel nostro territorio nazionale e regionale non solo negli ultimi mesi, ma anche negli ultimi anni". Bignami e Aimi, a questo proposito, chiedono di sapere quali azioni si intenda eventualmente adottare, d'intesa con le Forze dell'ordine, per "contribuire ad un rafforzamento della sicurezza sul territorio  regionale  in relazione  al pericolo legato al terrorismo  di matrice  islamica  e se la Regione  abbia  conoscenza,  per  quanto  di  competenza,  di  fenomeni  di  radicalizzazione all'interno  delle moschee e centri culturali islamici relativamente agli Imam che guidano la preghiera abitualmente o che vi transitano temporaneamente".

Gli  interroganti,  infine,  domandano  "quali  misure  intenda  adottare  la  Regione  per impedire  fenomeni di radicalizzazione all'interno di questi centri".

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ISLAM. BOLOGNA, BIGNAMI (FI) CRITICO SU APERTURA "ENNESIMO CENTRO CULTURALE"

Il consigliere, nell'interrogazione, chiede di approfondire "la provenienza dei finanziamenti di questo e di altri Centri", le "forme di sostentamento delle Associazioni" che li gestiscono e di limitare la proliferazione di questi Centri in regione la  notizia della "probabile apertura dell'ennesimo Centro culturale islamico a Bologna, in via Ristori 1O", nel "magazzino interrato" di un palazzo, dove "sarebbero già iniziati i lavori di adeguamento", avrebbe causato "forti preoccupazioni" in numerosi residenti tanto da far partire una raccolta firme.

Ne dà notizia  Galeazzo Bignami (Fi) in  un'interrogazione  rivolta  alla  Giunta  regionale  per sapere  se  il Comune di Bologna si sia confrontato in via preventiva con i residenti sull'apertura del Centro, quale soggetto ne  sia  gestore,  se  i  proprietari  del  magazzino,  dove  dovrebbe essere  allestito,  abbiano  già  presentato richiesta al Comune per il cambio di destinazione d'uso e se siano state rispettate le condizioni normative di sicurezza, strutturali e di idoneità per ospitare questa tipologia di attività.

"Molteplici le problematiche collegate all'apertura di un Centro culturale islamico - scrive il consigliere - con ripercussioni sulla vivibilità e sull'ordine pubblico" e, "nel caso in cui emergessero ulteriori dettagli e conferme sulla sua realizzazione, il Comune di Bologna- aggiunge- dovrebbe attivarsi per interrompere i lavori, poiché lo stabile potrebbe non essere idoneo" a questo tipo di insediamento.

Nel caso in cui fosse eventualmente rilasciato il "nulla osta comunale", Bignami vuole sapere quali azioni di controllo saranno effettuate e con quale frequenza, perchè il numero di frequentatori dichiarato sia rispettato e perchè l'attività  di culto rimanga  secondaria  rispetto  all'attività dell'Associazione  che lo gestisce,  di cui si chiede la forma di sostentamento.

Il consigliere  vuole  anche  conoscere  quali  siano  le  forme  di sostentamento  delle  altre Associazioni  che gestiscono attività analoghe in Emilia Romagna, a quali controlli siano sottoposte in seguito all'apertura di tali strutture e se la Regione, per quanto di competenza, intenda approfondire la provenienza dei finanziamenti di questo e degli altri Centri.

Bignami, infine, chiede alla Giunta quale opinione esprima sulla proliferazione di Centri islamici sul territorio regionale e la invita a limitarne e regolamentarne l'apertura.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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