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Tagli fusioni, Bignami: "sorte annunciata”

Bignami Un finale gia scritto

Una sorte annunciata. Lo avevamo detto e ribadito in ogni sede che i contributi statali per le fusioni non erano certi, che la legge non prevedeva alcun accantonamento nei bilanci e alcun vincolo di impegno futuro. Lo avevamo previsto e ci tacciavano di falsità. Invece questo era uno degli aspetti più critici delle fusioni. Attraverso le campagne referendarie si sbandieravano risorse certe per dieci anni e oggi, invece, ci troviamo di fronte al taglio di 5,7 milioni di euro solo per l’Emilia-Romagna.

Certo, adesso fa sorridere (anzi dovrebbe far piangere) che la Regione, con Bonaccini e l’assessore Petitti, cerchino di arrampicarsi sugli specchi, dopo aver raccontato che le fusioni avrebbero fatto piovere contributi a volontà. La realtà è che la legge è sempre stata chiara e non dava alcuna certezza su quei finanziamenti. Adesso ci sarà la corsa alle giustificazioni più disparate, ma la verità è che la Regione Emilia Romagna ha scatenato una “corsa alle fusioni” su presupposti inesatti e creando, in questo modo, condizioni di grande criticità per i comuni nati da fusione. Tra quelli che subiranno i tagli, anche Alto Reno Terme e Valsamoggia. E, dalle cifre che cominciano ad arrivare, sembrano essere tagli notevoli. La Regione si passi una mano sulla coscienza e la smetta, definitivamente, di proporre fusioni calate dall’alto e che non risolvono i problemi dei piccoli Comuni. 

Galeazzo Bignami, deputato per Forza Italia

Marta Evangelisti, consigliere Alto Reno Terme

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Bignami-Evangelisti: "Fondi insufficienti per fusioni, si incentivino le Unioni"

Fondi insufficienti per le fusioni e si corre ai ripari attraverso un incentivo di anzianità, cioè un coefficiente del 4% per le fusioni più “vecchie”. Le criticità sarebbero emerse nel corso della Conferenza Stato città ed autonomie locali del 6 giugno 2019. In particolare, la Conferenza era chiamata  a esprimere parere sullo schema di decreto del ministro dell'Interno relativo alla ripartizione dei contributi per le fusioni per il 2019.

Ad andare all’attacco sono il deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami e la consigliera metropolitana Marta Evangelisti. “Da normativa, a partire dal 2018, ai Comuni nati da fusione spetterebbe un contributo pari al 60% dei trasferimenti erariali attribuiti nel 2010, per un periodo di 10 anni e nel limite massimo di due milioni per ciascuna fusione. Il fondo di 30 milioni di euro, aumentato di 10 milioni l’anno dalla legge di bilancio per il 2018, non sembra bastare. Almeno secondo quanto ha riportato l’Anci. Dunque, non ci sono risorse per garantire la copertura piena degli incentivi promessi. Cosa dice adesso Bonaccini al riguardo? Tace?”

“Una situazione che non fa che confermare quanto sosteniamo da tempo e che getta un’ombra di grande incertezza sui contributi per le fusioni. Soprattutto nella Regione Emilia-Romagna, dove si è scatenata negli ultimi anni una sorta di “corsa alle fusioni”, i contributi statali e regionali vengono presentati come il vantaggio più grande derivante dalla fusione, nel corso delle campagne referendarie, ma è evidente a questo punto che si tratta solo di propaganda – proseguono -. Abbiamo già visto che non è tutto oro quello che luccica e che i contributi statali e regionali servono solo per far partire una macchina amministrativa più grande. Per non parlare poi dei contributi utilizzati per ripianare debiti pregressi. La fusione, insomma, non è la panacea di tutti i mali e non è nemmeno la soluzione ai problemi di bilancio dei piccoli comuni. Sarebbe urgente invece aprire una riflessione normativa, a livello nazionale e regionale, sugli incentivi alle Unioni in luogo delle fusioni, in considerazione della evidente carenza di fondi e soprattutto del fatto che gli incentivi per le Unioni vengono motivati con l’efficienza raggiunta dalla “macchina” amministrativa, parametro che invece non si prende in considerazione per le fusioni”.

Nei prossimi giorni saranno presentate interrogazioni a tutti i livelli istituzionali, dalla Regione al Parlamento, per fare chiarezza sui contributi alle fusioni e per sollecitare interventi normativi più vantaggiosi per le Unioni.

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Valsamoggia, osservatorio fusioni "solo un grande flop"

“Un libro dei sogni quello scritto dal sindaco di Valsamoggia nel quale non esistono criticità, dubbi, problematiche derivanti dalla fusione. Una visione assolutamente parziale che non fotografa minimamente la realtà”. Così il capogruppo regionale di FI interviene sulle dichiarazioni di Ruscigno, definite “eccessivamente entusiastiche” sul bilancio previsionale 2018-2020 del Comune di Valsamoggia.

“In realtà – dice Bignami – si tratta di un bilancio senza nessun carattere di positiva straordinarietà. La tassazione per i cittadini continua a rimanere invariata quando la promessa era stata quella di una progressiva diminuzione, i famosi 20 milioni di investimenti vengono riproposti nel piano di anno in anno, aumentano i proventi da sanzioni e calano i trasferimenti all’azienda che si occupa di servizi sociali”. “Ma soprattutto – chiede Bignami – siamo proprio sicuri che questa fusione abbia portato tutti questi benefici e che la popolazione sia contenta?”

“A oggi, infatti, l’Osservatorio regionale sulle fusioni risulta essere solo un grande flop – tuona il consigliere -. Qualche documento, pochi dati numerici, messi a disposizione dai sindaci pro fusione. Nessuna nota negativa, nessuna indagine dell’impatto sulla tassazione nel post fusione, nessun sondaggio tra la popolazione sulla percezione della qualità dei servizi”.

I documenti messi a disposizione per il famoso monitoraggio che avrebbe dovuto evidenziare anche criticità e lacune in Valsamoggia a seguito della fusione? “Una scheda informativa del sindaco, una rendicontazione dei contributi 2015, una relazione sui contributi 2016, il regolamento sui municipi – che tra l’altro non sono mai decollati -, una guida ai servizi e agli sportelli per i cittadini. E questo dovrebbe servire per operare una valutazione obiettiva degli effetti della fusione?”

Di tutto questo Bignami intende chiedere conto alla Regione con una dettagliata interrogazione alla Giunta. “Vogliamo sapere in che modo si intenda garantire un reale funzionamento di tale Osservatorio – dice Bignami – e se si intenda, ad esempio, iniziare ad acquisire anche contributi critici come  quelli dei gruppi consiliari di opposizione o dei comitati territoriali”.

Bignami chiede inoltre alla Giunta “se si intenda, in maniera terza e imparziale, indagare la percezione della qualità dei servizi nel Comune di Valsamoggia a seguito della fusione e, in particolare, nei territori degli ex Comuni nei quali prevalse il ‘no’ al referendum per valutare, a distanza di cinque anni, se la contrarietà alla fusione si sia rafforzata o si sia affievolita” e infine “se si intenda indagare il “peso” nei bilanci comunali dei Comuni nati a seguito di fusione dei contributi statali e regionali e provare a redigere, in maniera autonoma e imparziale, simulazioni sulla tenuta della macchina amministrativa all’esaurirsi di tali risorse”.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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