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Caso Schwarz, non è finita. Presentato esposto all'ANAC

Dopo la diffida inviata al Comune di Bologna dal capogruppo di Forza Italia Marco Lisei, sul caso “Schwarz” arriva anche l’esposto all’ANAC a firma del deputato di FI Galeazzo Bignami.

A finire sotto accusa, in particolare, la posizione del capogruppo PD in Consiglio comunale, Claudio Mazzanti, il quale ha partecipato al voto consiliare che avrebbe portato alla modifica dei componenti del consiglio di amministrazione di Bologna Fiere spa ampliando contestualmente i poteri del cda stesso e portando alla nomina di Gigliola Shwarz, moglie del capogruppo Pd.

“La risposta del Comune è stata a nostro avviso insoddisfacente e non è servita a fugare i dubbi che ancora permangono – spiega Marco Lisei –. Il capogruppo PD sembra aver votato consapevolmente e dunque per noi la delibera resta illegittima. Il Comune pertanto avrebbe dovuto annullarla in autotutela. A questo punto auspichiamo che vi sia presto una pronuncia dell’ANAC”.

“Un atto doveroso per riaffermare un principio basilare, quello della trasparenza all’interno della pubblica amministrazione – spiega Bignami -. C’è un potenziale conflitto di interessi e a questo punto crediamo che solo l’ANAC possa dirimere una questione più volte segnalata al Comune”.

“Il capogruppo del Gruppo PD, nei giorni immediatamente successivi alla votazione ha dichiarato ai giornali che, al momento del voto, era a conoscenza della decisione del sindaco di procedere alla nomina di sua moglie nel consiglio di amministrazione garantendo che tale situazione di conoscenza non aveva influito in alcun modo sulle proprie determinazioni”, si legge nella segnalazione corredata da una serie di allegati quali una interpellanza regionale a firma di Bignami, diversi articoli di stampa e copia della delibera di consiglio.

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Migranti, esposto sulle cooperative. "Controllare i requisiti dei mediatori"

Da: Il Resto del Carlino 1 settembre 2017
 
DALLA frase choc di un sedicente mediatore culturale sullo stupro di Rimini a un’inchiesta ad ampio raggio sui requisiti dei mediatori culturali delle coop che operano nell’accoglienza dei richiedenti asilo.
Lo chiede il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami che, dopo le polemiche sollevate in questi giorni dal post di un dipendente (sospeso) della coop Lai- Momo, ha depositato ieri un esposto alla Guardia di finanza. Nel mirino non è finita direttamente la cooperativa sociale di Sasso Marconi, impegnata in oltre trenta centri per l’accoglienza di migranti, quanto tutto il settore che nel Bolognese si occupa dell’accoglienza e, soprattutto, le qualifiche del personale impiegato a tali scopi.
L’ASP, nei giorni scorsi, ha chiesto documentazione integrativa a Lai-Momo, in quanto partecipante al bando Sprar metropolitano.
Documentazione che la coop ha annunciato avrebbe consegnato ieri. E lo stesso ha anticipato, sempre ieri sul Carlino, il prefetto per quanto concerne le gare gestite da Palazzo Caprara. Su tutti i partecipanti a quei bandi, però, Bignami chiede alla Finanza una verifica.
Perché proprio i capitolati di quelle gare prevedono esplicitamente che i gestori eroghino servizi di mediazione linguistico-culturale, definendo i monte-orari per tutti i servizi richiesti e personale con la «necessaria qualificazione professionale per l’espletamento di tutti i servizi oggetto del capitolato», recita ad esempio l’ultima gara della prefettura per l’accoglienza in strutture in provincia dal 1° maggio fino a fine anno. In più, il gestore deve «comunicare alla prefettura le generalità del personale impiegato, le qualifiche professionali e le mansioni di cui sono incaricati» entro dieci giorni dall’inizio dell’attività.
«Ai sensi della normativa vigente – ricorda il consigliere nell’esposto – la figura del mediatore culturale conosce due livelli di disciplina legislativa, rispettivamente di livello nazionale e regionale». E proprio la Regione è intervenuta a più riprese a disciplinare la professione (nel 2004 nel 2009), istituendo un’apposita qualifica e corsi per ottenerla a cui si accede con esperienze maturate nel settore.
NEI giorni scorsi la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini aveva dichiarato che «le cooperative non sono obbligate a far fare questi corsi di formazione perché non è prevista a livello nazionale la regolazione della competenza», ma per Bignami le cose non stanno così. «Una delibera di giunta disciplina la figura e i bandi stessi richiamano nei requisiti una qualifica professionale – dice l’esponente di Forza Italia –. Va, invece, dato atto al prefetto di stare cercando di mettere ordine a questa situazione». 
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Esposto a Procura e Anac per l'assegnazione della sede di Arcigay

fonte: DIRE

Un esposto alla Procura della Repubblica, con l'ipotesi di abuso d'ufficio. L'altro esposto e' all'Autorita' anticorruzione, per violazione del codice degli appalti. Forza Italia torna all'attacco del Comune di Bologna e del circolo Arcigay "Il Cassero", che lo scorso 4 agosto ha ottenuto di nuovo da Palazzo D'Accursio la sede della Salara in assegnazione diretta. La nuova convenzione dura quattro anni, con possibile rinnovo per altri quattro. Il Cassero dovra' pagare il 20% del canone annuo di affitto (15.574 euro dei 77.870 euro totali), da cui prima era esentato, e il 20% forfettario delle utenze, che invece in passato erano a carico del circolo.
"L'assegnazione diretta, senza un bando pubblico, e' illegittima- attacca il capogruppo Fi in Comune, Marco Lisei, oggi in conferenza stampa- viola il codice degli appalti e il regolamento del Consiglio comunale sulle forme associative".
Non solo. Secondo gli azzurri, che accusano il Cassero di "scarsa trasparenza sui bilanci", si configura per Arcigay "un vantaggio economico" rispetto sia ad altre associazioni sia alle convenzioni precedenti. Ma non e' tutto. "Tra Arcigay e sinistra c'e' una forte compenetrazione politica- accusa il capogruppo Fi in Regione, Galeazzo Bignami- il discrimine nell'assegnazione degli spazi e' dovuto al fatto che il Pd tenta di tenersi buone sacche di consenso, come dimostra l'appello al voto di Arcigay in favore del sindaco Merola al ballottaggio. Ma non si possono scegliere i soggetti a cui assegnare gli spazi in base alla contiguita' politica e culturale. Alla base qui c'e' un'affinita' politica da approfondire". Nell'esposto in Procura per abuso d'ufficio, Forza Italia chiede dunque che sia valutata sia la posizione del sindaco Virginio Merola sia quella del presidente del Cassero, Vincenzo Brana'.

Forza Italia segnala irregolarita' anche nell'atto dirigenziale con cui il Comune ha assegnato la sede all'Arcigay. "Nella determina si parla di avviso pubblico per la Salara, che pero' non c'e' stato- afferma Lisei- nei mesi scorsi l'amministrazione ha siglato un patto di collaborazione con l'Arcigay, che pero' non era finalizzato all'assegnazione dell'immobile, come dichiaro' l'assessore Lepore". Inoltre, segnala il capogruppo Fi, l'atto e' firmato da un dirigente (Bernardino Cocchianella) che non e' del settore patrimonio di Palazzo D'Accursio. Insomma, secondo gli azzurri "e' giusto che siano fatte indagini e sentite le parti in causa. Anche se non ci sono pressioni o interessi politici, c'e' comunque una violazione del codice degli appalti: assegnazioni dirette non si possono fare. Dispiace arrivare a questo, lo abbiamo segnalato piu' volte che non si poteva fare". E in Consiglio comunale, ricorda Lisei, "fu votato anche un'ordine del giorno all'unanimita' per il quale esponenti dem subirono pressioni e intimidazioni da Arcigay". Alla denuncia del Cassero si unisce infine il pensiero per Labas, il centro sociale sgomberato nei giorni scorsi dall'ex caserma Masini per il quale la giunta Merola ha proposto una nuova sede alla Staveco. "Confidiamo che si riapra un normale canale di assegnazione degli immobili- manda a dire Bignami- perche' all'orizzonte vediamo gia' il rischio di altre violazioni, con soggetti gia' in corsia preferenziale". E aggiunge: "Arcigay e' un soggetto che opera nel pieno rispetto della legalita' e siamo sicuri che se ci fosse stato un bando pubblico, lo avrebbe vinto. Quindi non mi sento di paragonarli a Labas. Ma c'e' il timore che il Comune adotti lo stesso modus operandi". 
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PASSANTE DI MEZZO: ESPOSTO ALL’ANAC DA PARTE DI FORZA ITALIA

Sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa i contenuti dell’esposto indirizzato all’ANAC e firmato da Galeazzo Bignami (Capogruppo FI in Regione), Marco Lisei (capogruppo FI in comune a Bologna) e Francesco Sassone (consigliere comunale di FI a Bologna).

L’esposto entra nel merito delle procedure di affidamento dei lavori, in particolare quelli che, secondo l’Accordo siglato il15 aprile 2016 tra Autostrade per l'Italia S.p.A., Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Emilia Romagna, Città Metropolitana di Bologna e Comune di Bologna, potrebbero essere appaltati a una società collegata ad Autostrade per l’Italia poiché particolarmente complessi dal punto di vista tecnico-organizzativo. Il codice degli appalti prevede che solo il 20% dei lavori possa essere affidato in maniera diretta. Secondo i tre firmatari, dunque, “serve un controllo da parte dell’ANAC che è l’Autorità deputata al controllo e alla vigilanza sui contratti pubblici”.

"Le motivazioni portate da Autostrade per appaltare in modo diretto i lavori in sede - sottolinea Sassone -  fanno riferimento alla complessità dei lavori, visto che vengono svolti senza bloccare il traffico. Ma questo avviene in tutta Italia e con qualunque tipologia di cantiere: per questo chiediamo ad Anac se questa procedura sia coerente con il codice degli appalti”.

La presentazione di un esposto mirato sulle procedure di affidamento dei lavori non impedisce ai consiglieri di evidenziare i loro dubbi, tra l'altro sempre espressi, rispetto al progetto nel suo complesso. “Certo, questo esposto non punta a bloccare il Passante di Mezzo – dice Bignami – ma vuole avviare una riflessione doverosa anche sulle procedure, coinvolgendo in tal senso l’ANAC. Il sentore infatti è che si voglia procedere con l’opera a tutti i costi e dunque ben venga interpellare l’ANAC nel suo ruolo di controllo”.

“Continuiamo ad avere forti perplessità sull’operazione Passante di Mezzo che a nostro avviso non risolverà i problemi di traffico di Bologna in quanto aumenterà la congestione dei flussi di traffico già esistenti – conclude Bignami -. L'allargamento in sede della tangenziale-autostrada al massimo può consentire di tamponare i problemi nel presente ma non può risolvere quelli del futuro. Per noi la soluzione migliore continua a restare quella del Passante Sud”.

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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