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Amministrative Imola, Bignami (FI): "L'unità del centrodestra non si tocca"

Da Imola, storica roccaforte rossa, Galeazzo Bignami, deputato di Forza Italia, lancia la sfida al centrosinistra per le amministrative del 10 giugno e ribadisce l’unità del centrodestra con alleanze “salde e coese sui territori”.

“Le dinamiche nazionali hanno un percorso proprio – dice –, un percorso che però parte dal presupposto che il centrodestra, nella sua unità, non si tocca. E per capirlo basta guardare alla Lombardia, al Veneto, alla Liguria, ai risultati ottenuti in Sicilia, in Molise e in Friuli”.

E anche a Imola, in uno dei Comuni simbolo del potere della sinistra e dove il centrodestra si presenta unito a sostegno del candidato sindaco Giuseppe Palazzolo, “ci sono i presupposti per andare al ballottaggio e vincere” prosegue Bignami. “Quando il centrosinistra non chiude la partita al primo turno, poi al ballottaggio perde. Lo abbiamo visto a San Giovanni in Persiceto, per fare un esempio bolognese, o a Pistoia. A Imola l’obiettivo è vincere e portare a casa un risultato storico che ci proietterà verso le regionali del 2019. Per la prima volta nella storia della Regione Emilia-Romagna, alle politiche del 4 marzo, il centrodestra è risultato forza di maggioranza. E non si tratta di un voto di protesta, ma espressione di una grande voglia di alternanza e di cambiamento”.

“Se andremo al governo della Regione – conclude – non guarderemo alla tessera di partito ma a chi è bravo e a chi no. E anche a Imola abbiamo il dovere di liberare le energie oppresse da 70 anni di governi di sinistra”. 

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Vittoria in Friuli, Bignami: "Ora largo al centrodestra"

La vittoria in Friuli dimostra che il centrodestra è "l'unica alternativa di governo" del Paese. A sostenerlo è Galeazzo Bignami, deputato di Forza Italia. "La crescita complessiva del centrodestra, con un evidente travaso di voti dai 5stelle alle forze della coalizione, dimostra come la conduzione politica di questa fase delicata stia premiando nettamente l'alleanza tra Berlusconi, Salvini e Meloni- analizza Bignami- e' necessario a questo punto, dopo la vittoria in Molise e Friuli, che si prenda atto della situazione e che si consenta al centrodestra di dare un Governo alla nazione". Il voto in Friuli, continua Bignami, premia "una coalizione salda e leale con i propri alleati e soprattutto credibile nei programmi. Una coalizione che ovunque sta dimostrando di essere vincente e di avere tutte le carte in regola per candidarsi quale validissima, se non unica, alternativa di governo". 

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Insieme verso la vittoria

La stagione politica si apre con una certezza che solo un anno fa appariva incredibile. Il Centro Destra Unito parte in pole position per vincere le prossime elezioni politiche. Ma per farlo serve che tutti assieme, a partire dagli elettori e da chi legge queste parole, ci creda e si impegni, perché la vittoria è davvero a un passo. E non solo perché lo dicono i sondaggi, che consegnano uno scenario elettorale che vede un Pd sempre più lacerato e un Movimento 5stelle in declino. Ma perché è sotto gli occhi di tutti il fallimento delle politiche di Renzi & C., completamente allo sbando su qualunque tema, dalla sicurezza all’immigrazione, dal lavoro alla famiglia, dalla scuola all'economia.

Il Pd brancola nel suo mare di contraddizioni. Nessuna prospettiva di lungo termine, solo tentativi maldestri le cui conseguenze ricadono sui cittadini. Lo abbiamo visto con il fenomeno degli sbarchi incontrollati. Tre anni di Ministero Alfano, preoccupato più di conservare la propria poltrona che di fare il bene degli italiani, hanno completamente rovinato l’Italia. Hanno accolto tutti e di tutto, senza nessun progetto, senza nessun tipo di controllo, mantenendo a nostre spese finti profughi che non ne avevano diritto e tanti, troppi, delinquenti. Che poi non sono stati nemmeno in grado di rispedire al loro Paese.

Completamente abbandonati dall’Europa, in fretta e furia avrebbero voluto approvare anche la disastrosa legge sullo Ius Soli, regalando a chiunque la cittadinanza, solo per ottenere qualche elettore in più, senza alcuna consapevolezza dei rischi che avremmo corso da qui a 20 anni. Ce lo insegnano Londra, Parigi, Barcellona.

Nessun sostegno da questo Governo alle famiglie Italiane, sempre più in difficoltà nella morsa di una crisi che non accenna a passare, nessuna parola su quella semplificazione che avrebbe dovuto aiutare le imprese a ripartire. Il meglio che questo Ministro del Lavoro ha saputo rimediare in questi anni è una buona dose di “gaffe” sui giovani costretti a lasciare il Paese e sulle partite di calcetto.

Nessuna proposta messa in campo da un partito ormai disintegrato, senza una visione di Paese che sia univoca e chiara.

Ecco perché quel che appariva incredibile diventa una certezza. Lo avevo scritto qualche settimana fa da questa newsletter (https://www.galeazzobignami.it/notizie/agenzie-di-stampa/bologna/quel-centro-destra-che-si-ostina-a-non-sparire.html).

Nonostante le difficoltà e gli errori che pure abbiamo il dovere di ammettere, mai una volta il Centro Destra ha vacillato nella difesa dei suoi Valori fondanti, Identità, Patria, Famiglia, nella certezza che, molto presto, gli elettori avrebbero aperto gli occhi sulle falsità e le bugie raccontate da Renzi. Adesso che le elezioni politiche si avvicinano, dopo quattro Governi in alcun modo riconducibili alla volontà popolare (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni), abbiamo la possibilità di restituire la parola ai cittadini, di dire chiaramente che l’Italia pretende e merita rispetto. Le ultime elezioni amministrative (Genova, La Spezia ma anche Verona e L’Aquila) sono l’esempio del grande consenso che sta nuovamente conoscendo il centrodestra e la sua proposta liberale e democratica. Al centro deve tornare la persona, l’impresa, la famiglia, e i programmi di sburocratizzazione, di abbassamento delle tasse (Flat tax), di controllo dell’immigrazione. Il centrodestra è pronto a governare, con le sue proposte, chiare e coerenti. Tutti insieme possiamo e dobbiamo crederci, adesso più che mai.

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Insieme verso la vittoria

La stagione politica si apre con una certezza che solo un anno fa appariva incredibile. Il Centro Destra Unito parte in pole position per vincere le prossime elezioni politiche. Ma per farlo serve che tutti assieme, a partire dagli elettori e da chi legge queste parole, ci creda e si impegni, perché la vittoria è davvero a un passo. E non solo perché lo dicono i sondaggi, che consegnano uno scenario elettorale che vede un Pd sempre più lacerato e un Movimento 5stelle in declino. Ma perché è sotto gli occhi di tutti il fallimento delle politiche di Renzi & C., completamente allo sbando su qualunque tema, dalla sicurezza all’immigrazione, dal lavoro alla famiglia, dalla scuola all'economia.

Il Pd brancola nel suo mare di contraddizioni. Nessuna prospettiva di lungo termine, solo tentativi maldestri le cui conseguenze ricadono sui cittadini. Lo abbiamo visto con il fenomeno degli sbarchi incontrollati. Tre anni di Ministero Alfano, preoccupato più di conservare la propria poltrona che di fare il bene degli italiani, hanno completamente rovinato l’Italia. Hanno accolto tutti e di tutto, senza nessun progetto, senza nessun tipo di controllo, mantenendo a nostre spese finti profughi che non ne avevano diritto e tanti, troppi, delinquenti. Che poi non sono stati nemmeno in grado di rispedire al loro Paese.

Completamente abbandonati dall’Europa, in fretta e furia avrebbero voluto approvare anche la disastrosa legge sullo Ius Soli, regalando a chiunque la cittadinanza, solo per ottenere qualche elettore in più, senza alcuna consapevolezza dei rischi che avremmo corso da qui a 20 anni. Ce lo insegnano Londra, Parigi, Barcellona.

Nessun sostegno da questo Governo alle famiglie Italiane, sempre più in difficoltà nella morsa di una crisi che non accenna a passare, nessuna parola su quella semplificazione che avrebbe dovuto aiutare le imprese a ripartire. Il meglio che questo Ministro del Lavoro ha saputo rimediare in questi anni è una buona dose di “gaffe” sui giovani costretti a lasciare il Paese e sulle partite di calcetto.

Nessuna proposta messa in campo da un partito ormai disintegrato, senza una visione di Paese che sia univoca e chiara.

Ecco perché quel che appariva incredibile diventa una certezza. Lo avevo scritto qualche settimana fa da questa newsletter (https://www.galeazzobignami.it/notizie/agenzie-di-stampa/bologna/quel-centro-destra-che-si-ostina-a-non-sparire.html).

Nonostante le difficoltà e gli errori che pure abbiamo il dovere di ammettere, mai una volta il Centro Destra ha vacillato nella difesa dei suoi Valori fondanti, Identità, Patria, Famiglia, nella certezza che, molto presto, gli elettori avrebbero aperto gli occhi sulle falsità e le bugie raccontate da Renzi. Adesso che le elezioni politiche si avvicinano, dopo quattro Governi in alcun modo riconducibili alla volontà popolare (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni), abbiamo la possibilità di restituire la parola ai cittadini, di dire chiaramente che l’Italia pretende e merita rispetto. Le ultime elezioni amministrative (Genova, La Spezia ma anche Verona e L’Aquila) sono l’esempio del grande consenso che sta nuovamente conoscendo il centrodestra e la sua proposta liberale e democratica. Al centro deve tornare la persona, l’impresa, la famiglia, e i programmi di sburocratizzazione, di abbassamento delle tasse (Flat tax), di controllo dell’immigrazione. Il centrodestra è pronto a governare, con le sue proposte, chiare e coerenti. Tutti insieme possiamo e dobbiamo crederci, adesso più che mai.

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Quel Centro Destra che si ostina a non sparire

Il peggiore degli incubi di osservatori, politologi, editorialisti, commentatori e intellighenzia varia si sta realizzando.

Il Centro Destra, contro cui tutti si sono mossi e contro cui tutti hanno operato (e che, a onor del vero si è anche prodigato in atti di vero e proprio autolesionismo) è in testa nei sondaggi. E se i sondaggi, che spesso penalizzano proprio il Centro Destra, lo danno in testa, significa che per PD, M5S e compagni vari tira una brutta aria.

Lo dimostrano i repentini cambi di direzione del Corrierone, fino a qualche mese fa fustigatore di Grillo, Raggi e grillini vari e che ora si preoccupa di conferire un’aurea di politically correct (quanti danni ha fatto il politically correct in Italia…) ai pentastellati. Come pure lo dimostrano gli scrivani di Repubblica, ultimi detentori della presunta superiorità morale di gramsciana memoria, un tempo censori di Renzi e oggi assai più indulgenti verso il nostro fiorentino.

Perché? Perché alla fin dei conti il Centro Destra sta beneficiando di quella strategia ostinatamente perorata da Berlusconi il quale, come già in altre occasioni, si immerge nei periodi non elettorali per poi riemergere quando conta. Come non ricordare la spazzolata alla sede di Travaglio o il D’Alema vestito da marinaretto.

Però…

Però questa volta c’è qualche cosa in più. C’è un PD che litiga, che subisce diaspore e scissioni. C’è un Grillo che denota tutte le sue difficoltà quando dalla protesta si deve passare al governo. E quindi gli Italiani, che da sempre sono più di Centro Destra che altro, nonostante i mille errori e le mille occasioni mancate pare tornino a premiare quello che in molti considerano un “usato sicuro”.

E chissà che questa volta l’usato sicuro non sia una bella novità. Perché, ferma restando la necessità di un’alleanza tra tutti i movimenti che animano e compongono il Centro Destra, forse per una volta se l’ex Casa della Libertà dovesse uscire vincitrice dalla competizione elettorale potrebbe governare senza i condizionamenti dei Cesa, dei Follini, degli Alfano vari, pronti ad allearsi con la sinistra pur di salvare se stessi.

Forse, per una volta, si potrebbe vedere la vera azione del Centro Destra. Tagli alle tasse, rinegoziazione dei Trattati con la UE, investimenti sulla sicurezza, sulle infrastrutture, un drastico stop all’invasione che l’Italia sta subendo, abbattimento delle burocrazie e soprattutto tanto, tanto buon senso.

Quello che è mancato sinora alla politica di questo Governo Gentiloni, mai eletto da nessuno. Come quello precedente, di Renzi, neppure eletto. Come quello di Letta prima. E quello di Monti prima ancora. Perché l’ultimo Governo eletto dagli Italiani è stato quello di Berlusconi nel 2008.

E a ben pensarci il problema è in fin dei conti proprio questo.

Si pretende che chiunque vinca essere organico ai poteri costituiti. Alle burocrazie, alla nomenclatura, al sistema verso cui il Centro Destra ha sempre manifestato una certa insofferenza. Perché è bene ricordare come questo assetto istituzionale si fondi su quel compromesso storico varato da Moro e Berlinguer che oggi costituisce il core business del PD. E che contemplava come minimo comune denominatore l’esclusione di quell’area politica che oggi viene etichettata come “populista”, ma che fin dal passato rappresentava la maggioranza degli Italiani, preoccupati di avere tranquillità per se e le proprie famiglie, lavoro e uno Stato equo, se non giusto. Una vera rivoluzione, visto i signori che ci governano oggi. 

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Quel Centro Destra che si ostina a non sparire

di Galeazzo Bignami

Il peggiore degli incubi di osservatori, politologi, editorialisti, commentatori e intellighenzia varia si sta realizzando.

Il Centro Destra, contro cui tutti si sono mossi e contro cui tutti hanno operato (e che, a onor del vero si è anche prodigato in atti di vero e proprio autolesionismo) è in testa nei sondaggi. E se i sondaggi, che spesso penalizzano proprio il Centro Destra, lo danno in testa, significa che per PD, M5S e compagni vari tira una brutta aria.

Lo dimostrano i repentini cambi di direzione del Corrierone, fino a qualche mese fa fustigatore di Grillo, Raggi e grillini vari e che ora si preoccupa di conferire un’aurea di politically correct (quanti danni ha fatto il politically correct in Italia…) ai pentastellati. Come pure lo dimostrano gli scrivani di Repubblica, ultimi detentori della presunta superiorità morale di gramsciana memoria, un tempo censori di Renzi e oggi assai più indulgenti verso il nostro fiorentino.

Perché? Perché alla fin dei conti il Centro Destra sta beneficiando di quella strategia ostinatamente perorata da Berlusconi il quale, come già in altre occasioni, si immerge nei periodi non elettorali per poi riemergere quando conta. Come non ricordare la spazzolata alla sede di Travaglio o il D’Alema vestito da marinaretto.

Però…

Però questa volta c’è qualche cosa in più. C’è un PD che litiga, che subisce diaspore e scissioni. C’è un Grillo che denota tutte le sue difficoltà quando dalla protesta si deve passare al governo. E quindi gli Italiani, che da sempre sono più di Centro Destra che altro, nonostante i mille errori e le mille occasioni mancate pare tornino a premiare quello che in molti considerano un “usato sicuro”.

E chissà che questa volta l’usato sicuro non sia una bella novità. Perché, ferma restando la necessità di un’alleanza tra tutti i movimenti che animano e compongono il Centro Destra, forse per una volta se l’ex Casa della Libertà dovesse uscire vincitrice dalla competizione elettorale potrebbe governare senza i condizionamenti dei Cesa, dei Follini, degli Alfano vari, pronti ad allearsi con la sinistra pur di salvare se stessi.

Forse, per una volta, si potrebbe vedere la vera azione del Centro Destra. Tagli alle tasse, rinegoziazione dei Trattati con la UE, investimenti sulla sicurezza, sulle infrastrutture, un drastico stop all’invasione che l’Italia sta subendo, abbattimento delle burocrazie e soprattutto tanto, tanto buon senso.

Quello che è mancato sinora alla politica di questo Governo Gentiloni, mai eletto da nessuno. Come quello precedente, di Renzi, neppure eletto. Come quello di Letta prima. E quello di Monti prima ancora. Perché l’ultimo Governo eletto dagli Italiani è stato quello di Berlusconi nel 2008.

E a ben pensarci il problema è in fin dei conti proprio questo.

Si pretende che chiunque vinca essere organico ai poteri costituiti. Alle burocrazie, alla nomenclatura, al sistema verso cui il Centro Destra ha sempre manifestato una certa insofferenza. Perché è bene ricordare come questo assetto istituzionale si fondi su quel compromesso storico varato da Moro e Berlinguer che oggi costituisce il core business del PD. E che contemplava come minimo comune denominatore l’esclusione di quell’area politica che oggi viene etichettata come “populista”, ma che fin dal passato rappresentava la maggioranza degli Italiani, preoccupati di avere tranquillità per se e le proprie famiglie, lavoro e uno Stato equo, se non giusto. Una vera rivoluzione, visto i signori che ci governano oggi. 

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CENTRODESTRA AL 30 PER CENTO

È incredibile che i sondaggi diano il PD al 32%, il Movimento 5stelle al 31% e il Centro Destra al 30%: è incredibile che, nonostante tutto quello che è accaduto, il Centro Destra ancora riesca a “giocarsela” con gli altri schieramenti per vincere le elezioni politiche.

Il fatto che siamo al 30% senza un leader politico, senza una coalizione stabile e un programma condiviso dimostra come esista larga parte dell’elettorato che, come diceva Nicola Matteucci, “guarda a destra”, perché a destra trova un riconoscimento dei propri Valori a prescindere dall’offerta politica dispiegata dagli altri partiti. E tutto ciò a dispetto del colpo di Stato di Napolitano e della conseguente decadenza di Berlusconi , a dispetto degli errori compiuti in questi anni che pure è doveroso riconoscere.

Certo, due anni fa Renzi riuscì a intercettare molto di quell’area, promettendo cose che afferivano a un programma che lui per primo ha disatteso: liberalizzazione, semplificazione burocratica , snellimento delle procedure, incentivi alle imprese.

Tutte cose che anche il centrodestra prometteva ma delle quali Renzi si era appropriato, riuscendo scaltramente a farsi interprete di quei “sogni” e facendo credere di essere capace di tradurli in fatti concreti. I sondaggi più volte hanno sbagliato e quindi diventa difficile immaginare che si possa fare affidamento su di essi ma, se proprio vogliamo dirla tutta, quando i sondaggi sbagliano solitamente penalizzano il centrodestra.

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INTERVISTA A GALEAZZO BIGNAMI «CENTRODESTRA UNITO, IL RESTO CONTA POCO» - «CHI SARÀ IL CANDIDATO SINDACO? CONTA DI PIÙ L'UNITÀ DEL CENTRODESTRA»

Da: Il Resto del Carlino Bologna 3 novembre 2015
di Orsi Luca
 
«Fra noi e i leghisti non c'è un solo punto di programma che ci veda divisi» La macchina organizzativa di Forza Italia è in moto. Domenica, in piazza Maggiore, alla manifestazione contro il governo Renzi organizzata dalla Lega nord — aperta a tutto il centrodestra — sul palco ci sarà (salvo ripensamenti) anche Silvio Berlusconi. Il partito — che porterà sotto le Due Torri l'intero stato maggiore — sta organizzando pullman da tutta Italia. La manifestazione è nazionale. Ma è probabile che si parlerà anche delle prossime elezioni per il sindaco. In Forza Italia c'è chi teme che Matteo Salvini, di fronte a una piazza in buona parte leghista, possa forzare la mano e incoronare Lucia Borgonzoni, già in corsa per il Carroccio, candidata del centrodestra. Tagliando fuori Galeazzo Bignami, candidato per FI dallo stesso Berlusconi.

Bignami, è preoccupato? 

«Dovrei?».

Neanche un po'? 

«La prima cosa è l'unità del centrodestra. Solo così possiamo vincere a Bologna».

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MANDARE VIA MEROLA E VINCERE A BOLOGNA, 18-19-20 SETTEMBRE

Ci siamo!
Con l'arrivo di settembre inizia la stagione che ci porterà all'elezione del nuovo Sindaco di Bologna.


Dopo 4 anni e mezzo di disastri, tutti i sondaggi (sia quelli del Pd che del Centrodestra) parlano chiaro:
Merola ha amministrato male e a Bologna può tornare un Sindaco non di sinistra.
Per farlo è indispensabile farsi trovare pronti e non arrangiare una candidatura dell'ultimo minuto come nel 2011 con la Lega che consegnò Bologna a Merola o nel 2014 che sempre con un candidato della Lega ha consentito al Pd di vincere la Regione nonostante l'enorme astensione, senza nulla eccepire rispetto alla qualità dei candidati alleati leghisti di sicuro valore.

Per farci trovare pronti è necessario CHE OGNUNO DI NOI SIA PROTAGONISTA.
Per questo da venerdì 18 a domenica 20 settembre ai Giardini del Baraccano in via Santo Stefano incontreremo alcuni dei più autorevoli nomi del centro destra italiano:
da Toti a Brunetta, da Gasparri a Tajani, insieme ad Anna Maria Bernini, Alessandro Sallusti, Elisabetta Gardini, Maria Stella Gelmini, Deborah Bergamini, Massimo Palmizio.

Tutti impegnati per vincere a Bologna da risvegliare dopo 4 anni e mezzo di malgoverno in cui agli Italiani Merola e compagni hanno aumentato le tasse, alimentato il degrado, coccolato immigrati e rom, penalizzando le aziende, i commercianti, le persone perbene.
Noi stiamo con Bologna. E tu? Sei complice di Merola o vuoi cambiare?

Ti aspettiamo a partire da venerdì 18 settembre alle ore 19.00 con Alessandro Sallusti che aprirà la Festa, insieme ai nostri giovani e ai nostri volontari!


GUARDA QUI IL PROGRAMMA INTEGRALE DELL'EVENTO


ProgrammaFestadellaLiberta


Per contatti
Marco Lisei – Consigliere Comunale 3387402895
Francesco Sassone - Coordinatore Politico del Gruppo Forza Italia all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna 3288255518

Media partner Radio Forza Italia

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Nato a Bologna il...

Nato il 25 ottobre 1975 a Bologna, città dove risiede fin dalla nascita, Galeazzo Bignami non è mai entrato nella Destra bolognese. Ci è nato, grazie soprattutto al padre, Marcello, che del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi è stato sempre colonna portante, fino alla scomparsa, avvenuta nel luglio 2006.

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